Via Garibaldi, 3 - 24122 Bergamo (BG)
- Orazio Amboni
- Comunicati
Spostato al 31 dicembre il termine per pagare i ticket non versati e chiedere di regolarizzare le situazioni ancora non contestate.
Una soluzione parziale e incompleta: annullata la sanzione solo per chi ha ricevuto il verbale dopo l’1 gennaio 2022. Penalizzato chi, nell’attesa della legge, ha già pagato.
Preannunciata da tempo è finalmente stata pubblicata la legge regionale che, tra altre disposizioni, prevede una parziale sanatoria sulla ormai annosa questione dei ticket sanitari dovuti ma non pagati.
La nuova norma (art. 19 della L.Reg. 8 agosto 2022 n. 1), entrata in vigore dal 13 agosto, prevede tre diversi casi:
Cosa succederebbe a Bergamo se si applicasse la rivoluzionaria proposta di aliquota fiscale al 23% per tutti i redditi?
Non c’è bisogno di essere commercialisti o fiscalisti per capire con facilità cosa significhi applicare la stessa aliquota fiscale a chi ha un reddito elevato e a chi ha un reddito più eseguo; ma vedere anche nello specifico del nostro territorio le conseguenze concrete di questa proposta (presentata come “liberazione dall’oppressione fiscale”) può aiutare a comprendere meglio...
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Il caso dell’Ordinanza del Sindaco di Castione della Presolana e l’importante intervento del Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci.
Solo una riorganizzazione del servizio che superi il modello degli ambulatori individuali potrà dare risposte risolutive.
A fine luglio l’ATS ha pubblicato l’ultimo elenco di Medici di assistenza primaria cessati dal servizio per superamento limite d’età (Delibera 675/2022) solo cinque medici tra febbraio e maggio 2022. Pochi: verrebbe da tirare un sospiro di sollievo, se non che, subito sotto appare la Delibera 676/2022 con un elenco di altri 11 medici cessati dal servizio nello stesso periodo, non per limiti di età ma per dimissioni. L’emergenza continua, quindi, anzi si aggrava col venir meno del servizio di continuità assistenziale diurna (CAD) e con la constatata inutilità del call center di ATS.
La sostituzione dei Centri di Assistenza Diurna con un call center provinciale non risolve il problema ma lo complica.
Secondo l’ultima rilevazione pubblicata dal Bollettino Ufficiale della Regione sono 105 i posti vacanti in provincia di Bergamo per i medici di assistenza primaria; certo non tutti sono totalmente scoperti, in alcuni casi ci sono medici provvisori o medici specializzandi con contratti temporanei, ma comunque sono decine di migliaia i bergamaschi che non possono contare sulla risorsa basilare del servizio sanitario nazionale.
Non c’è dubbio che sia difficile trovare soluzioni perché ci sono pochi medici e pochi medici disponibili ad intraprendere quella professione. In questo contesto, però, la decisione di ATS di chiudere l’unica risorsa disponibile, i CAD, cioè i Centri di Assistenza Diurna (una sorta di servizio come la Guardia Medica notturna, ma di giorno) non pare adeguata al bisogno.
La carenza di personale è l’ostacolo principale. Chiamare a raccolta associazioni e volontariato non è una soluzione.
Giusta la presa di posizione dell’Ordine dei Medici, ma il vecchio modello dei medici di famiglia va ripensato.
Regione Lombardia ha diffuso un comunicato in cui preannuncia lo stanziamento, per ridurre le liste d’attesa, di 84 milioni di euro “per dare una risposta più immediata ai bisogni di cura dei lombardi”. Il comunicato precisa che degli 84 milioni, 44 (pari al 52%) sono destinati alle strutture pubbliche e 40 (48%) alle strutture private.
Il comunicato stampa del Governo si limita ad una mezza frase “il Consiglio dei Ministri ha deliberato di non impugnare la legge della Regione Lombardia n. 22 del 14/12/2021 Modifiche al Titolo I e al Titolo VII della legge regionale 30 dicembre 2009, n. 33 (Testo unico delle leggi regionali in materia di sanità)”, la vice presidente della Regione e Assessore alla salute Letizia Moratti è più ciarliera e si ripete nel solito irritante ritornello propagandistico “Con questa legge la Lombardia è la prima Regione italiana che dà piena attuazione al PNRR attraverso una normativa di respiro nazionale ed europeo”.
A più riprese, a partire dal 17 novembre, la FP-CGIL e la CGIL di Bergamo hanno chiesto alle tre Aziende Socio Sanitarie Territoriali della provincia di visionare i dati sui ricoveri ospedalieri e sulle prestazioni ambulatorialinel triennio 2019-2021, cioè prima e durante la pandemia.
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