Spostato al 31 dicembre il termine per pagare i ticket non versati e chiedere di regolarizzare le situazioni ancora non contestate.
Una soluzione parziale e incompleta: annullata la sanzione solo per chi ha ricevuto il verbale dopo l’1 gennaio 2022. Penalizzato chi, nell’attesa della legge, ha già pagato.
Preannunciata da tempo è finalmente stata pubblicata la legge regionale che, tra altre disposizioni, prevede una parziale sanatoria sulla ormai annosa questione dei ticket sanitari dovuti ma non pagati.
La nuova norma (art. 19 della L.Reg. 8 agosto 2022 n. 1), entrata in vigore dal 13 agosto, prevede tre diversi casi:
1) Per chi abbia ricevuto dall’1 gennaio 2022 non solo il “verbale di accertamento e notificazione di illecito amministrativo” (cioè la prima lettera che dà il via al procedimento amministrativo) ma anche la “ordinanza ingiunzione” (cioè la seconda lettera con l’ingiunzione di pagamento) è previsto lo spostamento dei termini di pagamento al 31 dicembre 2022, senza alcuno sconto. Per costoro, infatti è previsto il pagamento dei ticket dovuti più la sanzione (cioè il raddoppio del ticket) più interessi legali e spese di procedimento. (comma 1 dell’art. 19)
2) Per chi, invece, non abbia ricevuto l’ordinanza ingiunzione ma, sempre a partire dall’1 gennaio, solo il verbale di accertamento, è previsto il pagamento, entro il 31 dicembre 2022, del ticket più interessi legali e spese di notifica (di solito € 12) ma senza più la sanzione che consisteva in un raddoppio dell’importo del ticket. (comma 2 dell’art. 19)
3) Chi non ha ricevuto nulla ma teme di non essere in regola, può presentare all’ATS una “formale richiesta di regolarizzazione” e pagare così, entro il 31 dicembre, solo l’importo dei ticket eventualmente non pagati, più gli interessi legali (1,25% per il 2022).
Apparentemente sembra una soluzione ragionevole, purtroppo però ci sono alcune criticità che è giusto rilevare, criticità sia generali che specifiche per Bergamo.
La normativa sulle esenzioni è molto complessa, con decine e decine di casi: solo per le esenzioni per reddito i codici di esenzione sono 11; per non parlare dell’ancora più complessa casistica delle esenzioni per invalidità. Nessuna meraviglia che ogni anno ci siano molti casi di assistiti che cadono nella rete delle sanzioni. Non si tratta di “furbetti”, ma, almeno per la stragrande maggioranza, di obiettiva difficoltà a muoversi in quel labirinto; spesso gli stessi medici di cure primarie non sanno, pure loro, che indicazioni dare ai propri assistiti. Particolarmente colpiti sono gli strati economicamente più deboli della popolazione: da un lato la concessione dell’esenzione per disoccupazione (codici E02 o E12 basati sul reddito familiare complessivo) continua ad essere basata sulla distinzione tra “disoccupato” (chi aveva un lavoro e l’ha perso) e “inoccupato” (chi non ha mai lavorato e cerca un lavoro), solo i primi possono accedere all’esenzione anche se ormai alcune norme nazionali e alcuni Tribunali non ritengono più valida questa distinzione. Dall’altro lato, c’è il caso, forse il più frequente nella nostra provincia, di chi, pur lavorando, ha un reddito estremamente basso (reddito pari ad una imposta lorda pari o inferiore alle detrazioni spettanti) e che, secondo la Legge istitutiva del Reddito di cittadinanza, andrebbe comunque considerato in stato di disoccupazione. Da ultimo è intervenuto sulla materia anche il Consiglio di Stato che, con un recente Parere, ha dichiarato “ormai superata la distinzione tra disoccupato e inoccupato”.
Sempre sul piano nazionale, va segnalato che ad aggravare la situazione sono i ritardi con cui dal Ministero dell’Economia e della Finanza vengono inviati alle ATS gli elenchi degli assistiti individuati come non in regola (incrociando i dati dei redditi con quelli dei Centri per l’Impiego). È per questo che arrivano ora contestazioni relative agli anni 2016 e 2017. Comprensibile che i cittadini interessati siano in difficoltà a documentarsi e ricostruire la propria situazione.
Infine c’è anche una dimensione locale, specifica della nostra provincia. Come Organizzazioni Sindacali avevamo più volte richiesto all’ATS di congelare la situazione visto che dalla Regione era stata preannunciata l’intenzione di approvare la norma di sanatoria. Ma non siamo stati ascoltati. Così, per timore di vedersi raddoppiare o triplicare la sanzione se non avessero pagato entro 60 giorni, molti cittadini hanno pagato – da gennaio ad oggi – un importo che ora, dopo la pubblicazione della legge, sarebbe dimezzato.
Ci impegneremo, ora, ad aprire un confronto con l’ATS su tutti i complicati e ancora irrisolti aspetti della gestione, cercando di tutelare le persone più deboli e in difficoltà.
Bergamo, 16 agosto 2022.
(or amb)