L’assessore Bertolaso sul Corriere della sera. Dilettante allo sbaraglio o consapevole distruttore?
Parla in libertà l’Assessore regionale Bertolaso sul Corriere della sera ediz. Milano del 15 novembre scorso, in libertà dalla serietà e senso di responsabilità che dovrebbe avere un Assessore che dirige i servizi sanitari e sociosanitari della Lombardia. La prima irresponsabile affermazione è sulle liste d’attesa: Agenas ha recentemente pubblicato un “Monitoraggio ex-ante dei tempi di attesa delle prestazioni ambulatoriali - anno 2023” che elabora un rapporto sulla sempre più grave questione. Leggendo il rapporto si resta davvero stupiti nel vedere nella prima mappa infografica la rappresentazione delle Regioni che hanno o non hanno fornito i dati:
Come si vede, la Lombardia non ha inviato i dati. Alla domanda dei giornalisti Bertolaso risponde: “La Regione Lombardia non dipende da Agenas, non è il nostro esaminatore o controllore. Andassero a controllare quelle Regioni che non sono in grado di pagare i propri medici e infermieri perché non hanno cassa”. Non solo boria e arroganza ma un chiaro segnale, per quelli che avessero ancora dubbi, su cosa sarà la famosa “autonomia differenziata” se riusciranno a farla passare.
Nel seguito dell’intervista esprime una sentenza sul tema delle RSA, da persona che non conosce la realtà: “Il vero luogo di cura sarà la casa, non solo per l’assistenza domiciliare […] le Rsa bisogna chiuderle, è solo questione di tempo, si chiuderanno da sole perché non ci sarà più bisogno di queste realtà”. Dal COVID in poi è cresciuto un produttivo dibattito sul futuro delle RSA e sulla “casa come primo luogo di cura”, un dibattito nel quale ci si è posto il problema di come superare le gravi criticità che la pandemia ha messo in luce, ma che erano già ben note: solitudine, isolamento, progressivo peggioramento cognitivo, inadeguatezza degli spazi e delle attività … criticità che non richiedono sparate buttate lì per fare scena ma interventi riformatori su molti aspetti. È quello che fa, ad esempio la Legge sulla non autosufficienza (L. 33/2023) quando parla di “riqualificazione dei servizi di semiresidenzialità, di residenzialità temporanea o di sollievo e promozione dei servizi di vita comunitaria e di coabitazione domiciliare ( cohousing )” e di “promozione, anche attraverso meccanismi di rigenerazione urbana e riuso del patrimonio costruito, attuati sulla base di atti di pianificazione o programmazione regionale o comunale e di adeguata progettazione, di nuove forme di domiciliarità e di coabitazione solidale domiciliare per le persone anziane ( senior cohousing ) e di coabitazione intergenerazionale, in particolare con i giovani in condizioni svantaggiate ( cohousing intergenerazionale), da realizzare, secondo criteri di mobilità e accessibilità sostenibili, nell’ambito di case, case-famiglia, gruppi famiglia, gruppi appartamento e condomini solidali, aperti ai familiari, ai volontari e ai prestatori esterni di servizi sanitari, sociali e sociosanitari integrativi”. Peccato che i decreti applicativi previsti dalla Legge entro il 31 gennaio 2024 siano rinviati, da questo Governo, a data da destinarsi e che la Legge di Bilancio 2024 non dice nulla in materia.
Si ha anche l’impressione che l’Assessore non abbia mai messo piede in una RSA altrimenti avrebbe visto che esistono situazioni per le quali il ricovero è inevitabile sia per la gravità clinica che per il contesto familiare che non consente soluzioni alternative. Per questi casi non servono chiacchiere ma servono investimenti per mettere le RSA in grado di assolvere bene a questo compito.
Bergamo, 17 novembre 2023.
(or amb)