La FLC CGIL non ha firmato il rinnovo del contratto collettivo nazionale del comparto Istruzione e Ricerca 2022-2024.
“Gli aumenti previsti – spiega Fabio Cubito, segretario generale della FLC CGIL Bergamo – non coprono neanche un terzo dell’inflazione e per oltre il 60% sono già stati anticipati in busta paga come indennità di vacanza contrattuale. Si tratta, in media, di 136 euro lordi: un importo del tutto insufficiente per riconoscere il valore e la professionalità di chi lavora nella scuola, nell’università e nella ricerca.”
La FLC CGIL giudica del tutto inadeguate le risorse messe a disposizione – 2,9 miliardi con la Legge di Bilancio 2024, 102 milioni con quella del 2025 e 240 milioni una tantum con il Decreto-legge del 9 settembre 2025 – che non consentono un vero recupero salariale dopo anni di perdita di potere d’acquisto.
“Nel territorio bergamasco la situazione è ancora più pesante – prosegue Cubito –. Il costo della vita è tra i più alti in Italia e incide fortemente sui bilanci di chi lavora nella scuola, tra affitti, spese quotidiane e trasporti. Con stipendi fermi e carichi di lavoro in aumento, il rischio è che la professione diventi sempre meno sostenibile, soprattutto per i più giovani.”
“Continueremo la mobilitazione – conclude Cubito – chiedendo al Governo di stanziare risorse aggiuntive già nella Legge di Bilancio, e promuoveremo momenti di confronto con le RSU e con tutte le lavoratrici e i lavoratori del comparto.”
Nel territorio bergamasco il personale interessato è di circa 24.000 tra docenti e ATA.