A Bergamo sfila l’orgoglio dei metalmeccanici, giunti al quarto sciopero dall’inizio dell’anno, contro una Federmeccanica sorda alle richieste e testardamente contraria all’apertura di un tavolo per la negoziazione del Contratto Nazionale del settore, scaduto da oltre dodici mesi. Bergamo venerd’ì 20 giugno è stata il capoluogo regionale della protesta, con oltre 5.000 lavoratori che hanno sfilato per le vie cittadine con FIM FIOM e UILM, agitando bandiere, srotolando striscioni e cantando slogan per il rinnovo del CCNL
Per Luca Trevisan, Segretario Organizzativo della FIOM CGIL Nazionale, “la riuscita dello sciopero di oggi conferma la determinazione dei metalmeccanici a conquistare il contratto. È la miglior risposta a una Federmeccanica intransigente e ostile, che da novembre ha interrotto le trattative”. Gli fa eco il segretario generale di FIM Lombardia, Mirko Dolzadelli: “Abbiamo scelto Bergamo perché la consideriamo la città della resilienza e della capacità di generare produttività attraverso il consenso e la partecipazione dei lavoratori. Ci auguriamo che da questa piazza tutti capiscano il valore dei metalmeccanici non solo al fine di arrivare al rinnovo del CCNL, ma per creare politiche espansive che siano in grado di generare produttività nuove e benessere per tutti”. Vittorio Sarti, Coordinatore UILM UIL Lombardia, ha detto che “oggi è la giornata della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori che stanno lottando da oltre un anno per il contratto. Abbiamo chiesto 280 euro e anche la riduzione dell’orario di lavoro e Federmeccanica scappa. Ma non ci fermeremo”.
Le adesioni nelle principali fabbriche del territorio hanno confermato il trend degli scorsi scioperi, a dimostrazione di una situazione difficilmente sostenibile per molti dei lavoratori del metalmeccanico bergamasco. In provincia, nei reparti di produzione, si sono registrate alte adesioni, come per esempio, alla Exide il 90%; al Gruppo Mazzucconi (Fonderie, Rono e Simi) 90%; in Abb Dalmine oltre 90%; alla Tenaris reparti tutti fermi, con adesioni superiori all’80%; Same 80%; Grazioli 70%.
Per Andrea Agazzi, leader provinciale di FIOM CGIL, “è determinante riaprire la trattativa, per ricominciare a parlare in maniera concreta di salario, occupazione, contrasto alla precarietà e sicurezza. È un impegno importante che chiediamo ai lavoratori, ma utile per dare centralità a un CCNL dignitoso”.
“È un momento importante –dice Emanuele Fantini, segretario generale di FIM CISL Bergamo -, e oggi è stata la buona occasione anche per Federmeccanica per contarci e per capire le buone ragioni per cui è opportuno riprendere la trattativa. Ci aspettiamo che ci sia una risposta positiva in tal senso, perché c’è il tema salariale da affrontare, ma anche tanti aspetti normativi che sono contenuti nella nostra piattaforma, da affrontare con serietà e determinazione”.
“Abbiamo la necessità dopo un anno di ritrovarci al tavolo per una discussione profonda sulla nostra piattaforma – afferma Emilio Lollio, numero uno della UILM di Bergamo e Cremona -, che richiede un recupero del potere d’acquisto e una migliore conciliazione vita-lavoro: una discussione sempre più necessaria, perché i salari si stanno sempre più abbassando e abbaiamo la necessità di valorizzare e dare salari dignitosi ai lavoratori e alle lavoratrici”.