Oggi, venerdì 18 luglio, le lavoratrici e i lavoratori Lidl incrociano le braccia in tutta Italia. Lo sciopero nazionale, proclamato da Filcams CGIL, Fisascat CISL e UILTuCS, coinvolge punti vendita, magazzini e uffici dell’azienda. A Bergamo l’adesione è ampia: 15 negozi interessati e circa 345 persone mobilitate.
Non è il primo segnale. Già lo scorso 24 maggio, nella nostra provincia, i punti vendita di Clusone e Osio Sotto erano rimasti chiusi, mentre negli altri si erano registrati forti disagi. Ma l’azienda non ha cambiato atteggiamento.

Eppure Lidl, che nel 2024 ha registrato quasi 1,5 miliardi di utile, ha messo sul tavolo solo 60 euro in buoni spesa Lidl e 100 euro una tantum (300 solo con firma immediata). Le organizzazioni sindacali hanno giudicato l’offerta inadeguata.
Le richieste dei lavoratori sono chiare:
- retribuzioni stabili o premi legati ai risultati
- buoni pasto per tutte e tutti
- orari programmati, meno flessibilità imposta
- conciliazione tra vita e lavoro
“Non ce la facciamo più – racconta una delegata CGIL – turni cambiati all’ultimo e straordinari non concordati!”

Il tavolo è stato riaperto, ma le distanze restano. Serve una vera trattativa, non un elenco di condizioni da accettare. Il muro dell’azienda e la mancanza di ascolto sono alla radice del conflitto.
A Bergamo, il presidio si è tenuto oggi alle 10.30 davanti al punto vendita Lidl di Osio Sotto, in Corso Europa.
Un’occasione per sostenere una mobilitazione giusta: per un lavoro dignitoso, stabile, sostenibile.