Sono stati assunti da due anni, ma non hanno ancora ricevuto la divisa. Succede a diversi portalettere della provincia di Bergamo, costretti a svolgere ogni giorno il proprio servizio senza un’uniforme ufficiale di Poste Italiane. A denunciarlo è la SLC CGIL Bergamo, che segnala una condizione non più accettabile per chi lavora sul territorio.
“I lavoratori sono giustamente infastiditi – afferma Alessandro Esposito, SLC CGIL Bergamo –. Usano abiti propri, spesso logorati dal lavoro quotidiano, e non sempre sono riconoscibili dagli utenti. Una pettorina ad alta visibilità, talvolta senza nemmeno il logo aziendale, non può sostituire una dotazione adeguata.”
La criticità non riguarda soltanto l’uniforme. Il sindacato segnala ritardi anche nella consegna dei dispositivi di protezione individuale, come casco e scarpe antinfortunistiche. “Parliamo di strumenti essenziali – prosegue Esposito –. È difficile comprendere come un’azienda delle dimensioni di Poste possa accumulare ritardi su dotazioni così basilari.”
SLC CGIL Bergamo chiede un intervento tempestivo per garantire a tutte e tutti la fornitura completa dell’equipaggiamento e chiede chiarezza su come si siano generati ritardi di questa entità.
“Una divisa non è un dettaglio: è sicurezza, riconoscibilità e rispetto per il lavoro svolto. È necessario che l’Azienda intervenga rapidamente”, conclude Esposito.