A meno di un mese dall’entrata in vigore della riorganizzazione del recapito, si registrano già gravi criticità in numerose aree della città di Bergamo e dell’hinterland. Si registrano ritardi sempre più frequenti nella consegna della posta ordinaria e delle raccomandate, con casi in cui la corrispondenza – contenente anche documenti importanti, referti medici o avvisi fiscali – arriva con oltre dieci giorni di ritardo.
I portalettere incaricati delle zone maggiormente interessate dai ritardi non riescono a smaltire il carico giornaliero di consegne, e la situazione, anziché stabilizzarsi, rischia di peggiorare con l’accumulo progressivo della posta in giacenza. A questo si aggiungono le condizioni climatiche sempre più difficili: il caldo eccessivo di questi giorni rende ancora più gravoso il lavoro all’esterno. In almeno due casi, in provincia, lavoratori hanno accusato malori legati alle temperature e all’eccessivo carico di lavoro.
A fronte di queste difficoltà, il recente potenziamento della rete corriere annunciato da Poste Italiane non ha portato alcun beneficio sul fronte della corrispondenza, poiché riguarda esclusivamente la consegna dei pacchi. Parallelamente, il nuovo assetto organizzativo ha messo sotto pressione anche gli addetti allo smistamento, con un accumulo progressivo che rischia di generare ulteriori ritardi anche nel resto della provincia.
“Purtroppo, quanto avevamo denunciato si sta puntualmente verificando – commenta Alessandro Esposito, SLC CGIL Bergamo –. La riduzione del personale e l’estensione dei giri di recapito hanno reso impossibile garantire tempi e qualità del servizio. Non c’è bisogno di attendere oltre per riconoscere che questa riorganizzazione sta penalizzando lavoratori e cittadini, e va ripensata con urgenza. Serve un confronto serio con l’azienda, prima che la situazione diventi irreversibile”.
Federconsumatori Bergamo ribadisce la propria preoccupazione per le ricadute sull’utenza:
“Il ritardo nella consegna di raccomandate e documenti può avere conseguenze concrete per molte persone – dichiara Christian Perria, presidente dell’associazione –. Non tutti hanno accesso agli strumenti digitali, e l’affidabilità del servizio postale resta un punto di riferimento per tantissimi cittadini. È indispensabile intervenire prima che il disagio diventi strutturale”.