Giornata di sciopero oggi allo stabilimento OP Oasi di San Paolo d’Argon. La mobilitazione, proclamata da Filcams CGIL, Fisascat CISL, Nidil CGIL e Felsa CISL Bergamo, coinvolge tutte le lavoratrici e i lavoratori, sia assunti che somministrati, ed è il risultato di una trattativa che da mesi non riesce a trovare sbocchi concreti.
Dopo la proclamazione dello stato di agitazione lo scorso aprile, il confronto con l’azienda è proseguito anche nelle ultime settimane, senza però portare a soluzioni sulle questioni principali: il rinnovo del premio di risultato scaduto a fine 2024, l’adeguamento dei ticket pasto (ancora fermi per buona parte del personale a 4,60 euro), la definizione di un accordo per il lavoro notturno, la stabilizzazione dei lavoratori somministrati e il loro corretto inquadramento contrattuale, oltre alla definizione di un contratto integrativo aziendale.
«Nonostante l’aumento costante dei volumi produttivi, sostenuti ogni giorno dall’impegno dei lavoratori, l’azienda continua a rinviare le risposte. Nell’ultimo incontro la proposta è stata di spostare la discussione su molte di queste materie addirittura a luglio 2026, con il rischio concreto che eventuali accordi non entrino in vigore prima del 2027. Una prospettiva inaccettabile, che svuota di fatto la trattativa» dichiarano Nicholas Pezzè (Filcams CGIL), Guido Fratta (Fisascat CISL), Francesco Chiesa (Nidil CGIL) e Alessia Cozzi (Felsa CISL).
L’adesione allo sciopero, tra primo e secondo turno, ha oscillato tra il 70 e l’80%. Nonostante nei giorni scorsi l’azienda abbia chiesto ore di straordinario ai lavoratori per contenere l’impatto della protesta, oggi diversi camion sono partiti semivuoti.
Il sito di San Paolo d’Argon, dove operano circa 110 dipendenti a cui si aggiungono nei picchi stagionali fino a un centinaio di lavoratori somministrati (alcuni con oltre dieci anni di anzianità), è uno dei due poli produttivi di OP Oasi insieme allo stabilimento di Battipaglia (Salerno). L’azienda, fondata nel 2005, raccoglie 44 produttori agricoli specializzati nella IV gamma e cura direttamente la lavorazione e il confezionamento delle insalate a marchio Bonduelle.
«Le lavoratrici e i lavoratori hanno già dimostrato disponibilità al dialogo e senso di responsabilità – concludono i sindacati – ma serve ora un confronto vero, con tempi e contenuti certi. In assenza di risposte concrete, la mobilitazione proseguirà.»