Alla fine di marzo, Enel Green Power – società del gruppo Enel a partecipazione statale – ha annunciato unilateralmente l’avvio di una sperimentazione che prevede il presidio con un solo operatore in alcune dighe di alta quota, tra cui la diga di Sardegnana nel comune di Carona (BG), oltre ad altre in provincia di Sondrio e Brescia.
Si tratta di impianti collocati oltre i 1700 metri di altitudine, dove le condizioni ambientali e operative possono rapidamente diventare critiche. I sindacati di categoria Filctem CGIL, Flaei CISL e Uiltec UIL hanno subito convocato i lavoratori coinvolti, raccogliendo testimonianze che confermano la pericolosità e l’imprevedibilità del lavoro quotidiano in diga, specialmente in caso di maltempo.
Il confronto con l’azienda non ha portato a un ripensamento. Per questo i sindacati hanno deciso di coinvolgere le istituzioni locali. In Valle Brembana, la Comunità Montana, il BIM, i Sindaci di Carona e Branzi hanno preso posizione scrivendo a Enel Green Power per chiedere con forza l’immediata sospensione della riorganizzazione.
Nella lettera – indirizzata anche al Ministero delle Infrastrutture, alla Prefettura, alla Regione Lombardia e ad altri enti – si sottolinea l’esigenza di mantenere un presidio umano H24 con almeno due operatori specializzati per ogni diga d’alta quota, negando qualsiasi autorizzazione a progetti che riducano le guardianie.
Stupisce che questa decisione arrivi proprio nell’anniversario del tragico incidente della centrale di Suviana, in Emilia-Romagna, costato la vita a 7 persone e con 8 feriti. È un ricordo ancora vivo che dimostra come la sicurezza non possa mai essere oggetto di sperimentazioni.
La gestione delle dighe richiede prontezza, collaborazione e presidio costante. Anche le comunità montane lo sanno bene: contenere le piene e prevenire i rischi idrogeologici è oggi più che mai una priorità.
Un’azienda che nel proprio sito dichiara di cercare “l’energia in ogni angolo del pianeta” e che al centro della propria missione pone “l’energia delle persone”, non può ignorare la voce dei lavoratori e delle comunità. Anteporre logiche di risparmio a salute e sicurezza è inaccettabile.
La sicurezza non si sperimenta: si garantisce. Ora.