I servizi assistenziali nelle RSA stanno attraversando momenti di difficoltà dovuti ad una serie di cause: l’insufficiente finanziamento della quota sanitaria erogata dalla Regione nonostante un aumento dei ricoveri con pluripatologie e un’elevata presenza di casi di demenza e Alzheimer, tutti casi che richiederebbero un’assistenza più intensa, ma la carenza di personale produce invece una diminuzione dei livelli di assistenza; inoltre altre cause delle presenti difficoltà sono l’aumento delle spese per l’energia, per gli acquisti e per i necessari rinnovi contrattuali.
In seguito a ciò da più parti sono stati adottati o programmati aumenti delle rette, talora anche per importi elevati non sostenibili per molte famiglie. A rendere ancor più difficile la situazione sta la mancanza di normative certe in materia di rette per ricoverati non autosufficienti gravi e gravissimi per i quali attività vitali come l’alimentazione, l’idratazione, il movimento sono impossibili senza un’assistenza specifica e potrebbero quindi assumere la qualità di assistenza sanitaria (cioè totalmente a carico del servizio sanitario, come i ricoveri ospedalieri). Problemi non affrontati con la necessaria chiarezza e decisione dalle leggi e che invece restano materia di ricorsi e vertenze legali lasciando nell’incertezza sia le famiglie che le RSA.
Inoltre, per gli operatori, il tempo di relazione con gli ospiti viene sempre meno e produce comprensibili preoccupazioni per le famiglie.
Problemi di dimensioni vastissime visto che ad oggi i ricoverati in RSA sono oltre 6.400, di cui gran parte con demenza e Alzheimer, mentre le richieste di lista d’attesa sono 4.600.
Per questo CGIL CISL UIL con le rispettive federazioni dei pensionati hanno chiesto al Prefetto la promozione di un incontro con le Associazioni delle RSA per verificare e realizzare un’azione comune in difesa dei servizi assistenziali. Questa azione comune potrebbe prevedere una forte pressione sui Legislatori e sulla Regione e il Governo nazionale per nuove norme sulla non autosufficienza e l’assistenza in RSA e per lo stanziamento di risorse più adeguate ai bisogni; prevedere altresì l’adozione di misure di risparmio come una centrale unica provinciale per gli acquisti, la generalizzazione di impianti fotovoltaici per la produzione dell’energia elettrica necessaria, e nel frattempo una moratoria degli aumenti delle rette già programmati e deliberati e un Osservatorio istituzionale su rette e qualità dell’assistenza al fine di trovare insieme soluzioni innovative e sostenibili, rispondenti ai bisogni sempre crescenti.
Tutte queste misure contribuirebbero a creare un clima di fiducia e collaborazione tra gestione delle RSA e personale, Enti Locali, famiglie dei ricoverati e assicurare stabilità all’azione assistenziale delle RSA.