La Casadio di Ghisalba, storica azienda del Gruppo Cimbali attiva da oltre vent’anni nella produzione di macchine per caffè espresso professionali e macinadosatori di alta qualità, è a rischio chiusura. L’azienda ha annunciato l’intenzione di cessare le attività dello stabilimento entro il 2025, trasferendo la produzione e il personale in altre sedi situate in Lombardia, Veneto, Svizzera e Francia.
Lo stabilimento di Ghisalba impiega attualmente 34 dipendenti e 12 lavoratori in somministrazione, per un totale di 46 persone coinvolte.
Di fronte a questa decisione, Fiom CGIL e Fim CISL hanno avviato la mobilitazione: dopo le assemblee con le lavoratrici e i lavoratori, è stato proclamato lo stato di agitazione e un primo pacchetto di scioperi. Due ore di sciopero a fine turno il 30 e 31 luglio, e quattro ore nella giornata del 1° agosto.
“Trasferire tutta la produzione altrove significa creare gravi disagi per le famiglie e impoverire ulteriormente il territorio – dichiara Marzia Giannuzzi della Fiom CGIL Bergamo –. Chiediamo il ritiro della decisione e un nuovo piano industriale che ribilanci i carichi produttivi tra i diversi siti, garantendo la continuità occupazionale a Ghisalba”.
Sulla questione interviene anche Francesco Chiesa, segretario generale di Nidil CGIL Bergamo: “I lavoratori somministrati sono i più fragili in queste situazioni. È fondamentale che vengano tutelati e che venga chiarito quale sarà il loro futuro”.
Fiom CGIL e Fim CISL ribadiscono l’urgenza di aprire un confronto vero con l’azienda. La mobilitazione proseguirà fino a quando non sarà garantita una soluzione che mantenga viva la presenza della Casadio a Ghisalba e tuteli i diritti e il lavoro di tutte le persone coinvolte.