Il contratto collettivo nazionale delle telecomunicazioni è scaduto da oltre due anni, e la trattativa per il rinnovo è ormai bloccata. Dopo mesi di confronto, le aziende del settore – capofila Tim e Wind3 – si rifiutano di discutere seriamente gli aumenti economici, usando come alibi la presunta crisi del comparto.
Un atteggiamento irresponsabile, che ignora il lavoro svolto dalle lavoratrici e dai lavoratori in questi anni difficili, segnati da forti pressioni, inflazione e perdita di potere d’acquisto, e che procura un danno enorme anche a livello contributivo.
Il settore perde oltre un miliardo di ricavi all’anno, vittima di una deregulation che ha favorito la concorrenza al ribasso e disincentivato gli investimenti. Né le aziende né i governi che si sono succeduti hanno mai realmente sostenuto un comparto strategico per il Paese.
È per questo che Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil hanno proclamato lo sciopero dell’intero turno di lavoro per lunedì 31 marzo 2025, preceduto dalla sospensione di tutte le prestazioni straordinarie e accessorie dal 2 marzo.
Nei prossimi giorni proseguiranno le assemblee nei luoghi di lavoro. Le lavoratrici e i lavoratori del settore telecomunicazioni meritano rispetto, dignità e un contratto rinnovato che riconosca gli sforzi fatti.
In Bergamasca sono più di un migliaio i lavoratori del settore, divisi tra call center e aziende telco. I lavoratori bergamaschi, nella mattinata del 31 marzo, parteciperanno a un presidio davanti alla sede di Assolombarda a Milano.