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Quasi metà dei Comuni bergamaschi riduce il peso del sociale nei bilanci: cresce la spesa, ma non abbastanza per rispondere ai bisogni

Dall’analisi dei consuntivi 2024 dei 243 Comuni della provincia emerge un dato chiaro: la spesa sociale aumenta, ma in 105 Comuni (43%) il welfare pesa meno sul totale della spesa corrente rispetto all’anno precedente.
Un segnale che indica una minore priorità attribuita ai servizi sociali, nonostante i bisogni in crescita, soprattutto tra anziani e famiglie.

Nel 2024 la spesa per la Missione 12 (diritti sociali, politiche sociali e famiglia, esclusi i costi cimiteriali) raggiunge i 141 euro pro capite, con una crescita del 29,6% rispetto al 2019. Ma il territorio si muove a velocità diverse:

  • 158 Comuni (65%) aumentano la spesa sociale pro capite;
  • 85 (35%) la riducono.

Giacomo Pessina, segretario generale SPI CGIL Bergamo, osserva: “Il territorio reagisce, ma non in modo omogeneo. Nei piccoli Comuni la frammentazione pesa: una quota troppo ampia dei bilanci viene assorbita dalle spese generali di amministrazione, riducendo le risorse disponibili per i servizi sociali”.

A frenare gli interventi è anche l’inflazione: “Gli aumenti nominali non bastano: i costi corrono più delle risorse. E con la riduzione dei trasferimenti statali legati alla pandemia il rischio è un ulteriore indebolimento del welfare locale, proprio mentre i bisogni crescono”.

Le differenze tra gli Ambiti territoriali restano significative: alcuni investono soprattutto su infanzia e nidi, altri sulla disabilità o sulle fragilità; nelle zone composte da molti piccoli Comuni, invece, la spesa per l’amministrazione generale supera spesso il 35% della spesa corrente, comprimendo la capacità di investimento sociale.

“Il territorio bergamasco ha una buona capacità di presa in carico – conclude Pessina – ma per garantire servizi adeguati ai bisogni reali servono risorse stabili e strumenti che rafforzino i Comuni più piccoli”.

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