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Rider, NIDIL CGIL torna in strada: «Con questo caldo, la salute non può dipendere da un’app»

Nidil CGIL Bergamo torna in strada per incontrare i rider che ogni giorno attraversano la città in bicicletta o in scooter, spesso sotto il sole e senza tutele. In questi giorni, i sindacalisti saranno presenti nei luoghi più frequentati dai ciclofattorini per distribuire acqua e raccogliere segnalazioni, a partire dai temi della salute e della sicurezza.

A Bergamo si stima che siano circa 50 i rider “stabili”, per lo più migranti con Partita IVA. Ma il numero reale è impossibile da quantificare, a causa di un sistema opaco, basato su lavoro frammentato, contratti ambigui e piattaforme diverse.

«Il caldo estremo rende ancora più evidente quello che denunciamo da anni – spiega Ayman Bourrai, Nidil CGIL –: i rider non sono coperti da nessuna ordinanza regionale anti-caldo. Se si fermano per tutelarsi, non guadagnano. Non essendo lavoratori dipendenti, non hanno diritto alla cassa integrazione né ad altre forme di sostegno».

Nidil CGIL rilancia quindi le sue richieste:

  • un fondo economico, sostenuto da piattaforme e istituzioni, per garantire un reddito nelle giornate di stop forzato
  • la fornitura di dispositivi di protezione: acqua, sali minerali, creme solari
  • una formazione reale sui rischi legati al caldo, accessibile anche in lingua, vista la presenza massiccia di lavoratori stranieri

«Non si può parlare di prevenzione se le piattaforme non forniscono nemmeno il minimo indispensabile. E non si può parlare di sicurezza se nessuno si occupa di razionalizzare le tratte o di evitare consegne su distanze eccessive» continua Bourrai.

Oltre all’emergenza climatica, restano aperte le questioni legate ai diritti fondamentali dei rider. Negli ultimi mesi Nidil CGIL ha ricevuto diverse segnalazioni di blocchi e sospensioni degli account da parte delle piattaforme, senza spiegazioni e senza possibilità di ricorso. «Nei fatti – denuncia Bourrai – è un licenziamento. E spesso avviene senza nemmeno una comunicazione formale».

Nidil CGIL invita i rider a rivolgersi allo sportello di Bergamo, anche per questioni specifiche: con Deliveroo è stato recentemente aperto un canale comunicativo diretto, utile per sbloccare situazioni individuali.

La battaglia però è anche strutturale: «Serve trasformare gli attuali contratti autonomi o occasionali in contratti di lavoro dipendente o almeno parasubordinato – conclude Bourrai –. Solo così si può superare il cottimo, introdurre un salario minimo garantito e riconoscere pienamente diritti come malattia, infortunio, disoccupazione».

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