Anche quest’anno, con l’arrivo del caldo estremo, tornano le segnalazioni da parte delle lavoratrici e dei lavoratori di Poste Italiane. A livello nazionale, la SLC CGIL denuncia l’inadeguatezza delle misure messe in campo dall’azienda per tutelare la salute e la sicurezza nei mesi estivi, soprattutto per chi lavora all’aperto come i portalettere.
A Bergamo la situazione non è diversa. Se in molti uffici postali l’impianto di climatizzazione è presente, non sempre è funzionante, con disagi evidenti per lavoratori e utenti. Ancora più grave è la condizione di chi opera all’esterno: nonostante le temperature altissime, si registrano ritardi nella consegna delle scarpe estive destinate al personale di recapito.
A peggiorare il quadro c’è anche la riorganizzazione del servizio, che ha comportato il taglio di molte zone di distribuzione e l’aumento dell’area assegnata a ciascun portalettere, costretto a percorrere distanze sempre più lunghe sotto il sole, spesso senza possibilità di ristoro né pause adeguate.
“La sicurezza non può essere un tema stagionale né affrontata con leggerezza” dichiara Alessandro Esposito, SLC CGIL Bergamo. “Chiediamo più pause, acqua, sali minerali, creme solari e DPI adeguati. Servono interventi urgenti e strutturali: non possiamo più accettare che ogni estate si ripeta la stessa storia.”
Esposito interviene anche sull’esclusione dei portalettere dall’ordinanza regionale che limita il lavoro all’aperto nelle ore più calde della giornata: “L’esclusione dei portalettere dall’ordinanza regionale che limita il lavoro all’aperto nelle ore più calde è una scelta discutibile. Parliamo di lavoratori che ogni giorno affrontano lunghe percorrenze sotto il sole, spesso senza adeguate tutele. Chiediamo alla Regione di rivedere questa decisione e al Governo di riconoscere finalmente il lavoro dei postini come usurante”.
La SLC CGIL di Bergamo invita i lavoratori a segnalare eventuali disagi e a rivolgersi al sindacato per essere assistiti.