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Primo Maggio. CGIL, CISL e UIL uniti per un lavoro sicuro. Manifestazione a Bergamo

Il 2024 è stato un anno drammatico per il numero di morti sul lavoro che non accenna a diminuire. L’ INAIL ha certificato che negli ultimi 12 mesi le vittime sul lavoro nel nostro Paese sono state 1.090 rispetto alle 1.041 del 2023: 49 persone morte in più nel 2024.

Il 2024 sarà anche ricordato per gli incidenti mortali plurimi, ovvero delle vere “Stragi sul lavoro” che hanno provocato 39 vittime, 5 in più rispetto alle 34 dell’anno precedente. Di questi ricordiamo il crollo nel cantiere a Firenze (5 morti), l’esplosione nella centrale elettrica di Suviana (7 morti), il 6 maggio la tragedia per le esalazioni nella rete fognaria di Casteldaccia (5 morti) e concludendo questo triste resoconto il 9 dicembre l’esplosione nell’area carico dello stabilimento Eni a Calenzano (5 morti).

Una situazione inaccettabile ed è per questo che CGIL, CISL e UIL hanno dedicato questo Primo Maggio alla sicurezza sul lavoro. Per fermare questo sistema di impresa fondato sull’insicurezza, sulla mancanza effettiva di procedure in grado di garantire la salute e la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori. Per chiedere un lavoro che sia dignitoso e sicuro.

Nella Provincia di Bergamo nel 2024 sono stati 18 i lavoratori morti sul lavoro (erano stati 22 nel 2023) e 12.965 gli infortuni denunciati (13.450 nel 2023). Le malattie professionali denunciate sono state 1.002 contro le 1.004 del 2023. Un lieve calo nei numeri ma non nella sostanza del modo di lavorare e approcciare i temi della sicurezza da parte delle aziende.

Chiediamo alle aziende di intensificare gli investimenti nel rinnovare e ammodernare gli impianti produttivi per rendere i luoghi di lavoro più sicuri. La sicurezza sul lavoro deve essere centrale nella definizione del sistema gestionale della produzione e dell’intera azione aziendale anche in un’ottica di genere e di età.

Chiediamo una continua e puntuale formazione ed informazione di tutti i lavoratori e soprattutto che non sia un mero adempimento burocratico ma partecipata e verificata nella reale percezione dei contenuti. Per questo è necessario, per i lavoratori stranieri avvalersi anche di mediatori culturali. Va contrastato con più decisione il fenomeno purtroppo diffuso anche nella nostra Provincia di soggetti formativi che non garantiscono l’effettivo svolgimento della formazione prevista.

Il ruolo dei rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza (RLS, RLST) è centrale: essi sono il naturale anello di congiunzione di tutte le figure della sicurezza aziendale. Il loro coinvolgimento deve essere preventivo ed effettivo ed è necessario garantire loro l’adeguata agibilità sui luoghi di lavoro per svolgere il proprio ruolo in modo efficace.

Un lavoro sicuro è innanzitutto un lavoro stabile, non precario e discontinuo, la stabilizzazione dei rapporti di lavoro è una priorità. L’applicazione corretta dei contratti nazionali di lavoro sottoscritte dalle Organizzazioni Sindacali maggiormente rappresentative sono presidio di legalità e giusto salario mancato. Al fine di garantire trasparenza, legalità e contrastare fenomeni di caporalato e sfruttamento dei lavoratori va definito un codice degli appalti che limiti la catena dei sub-appalti a catena. Va limitato il ricorso al massimo ribasso che porti a cancellare gli oneri previsti per la sicurezza.

La cultura della prevenzione della sicurezza sul lavoro è centrale e deve essere accompagnata da un sistema di controlli e ispezioni da parte degli Enti preposti, ai quali vanno riconosciute le giuste risorse economiche ed umane per svolgere efficacemente la loro azione propedeutica ad evitare gli infortuni sul lavoro. Per essere ancora più efficaci a ciò auspichiamo un maggior coordinamento e condivisione di dati e strategie che superino logiche di contrapposizione per appartenenza. Cultura della sicurezza partecipata e condivisa da tutte le Parti sociali e dalle Istituzioni preposte del territorio è una pratica che frequentiamo da alcuni anni attraverso la sottoscrizione di Protocolli territoriali che sviluppano progetti concreti su singoli temi e che serve a far crescere la responsabilità, in primis, delle aziende e di tutti i soggetti coinvolti. Cultura della sicurezza sul lavoro è sperimentare azioni innovative come il progetto “Scuola sicura”: un progetto sui temi della sicurezza sul lavoro che da anni le parti sociali hanno contribuito a integrare nei curricula della scuola secondaria di 2° grado della nostra provincia.

È necessario investire in sicurezza, formazione e istruzione, soprattutto nei confronti delle nuove generazioni, intervenendo in merito al valore del lavoro e all’adeguatezza dello stesso, per potenziare e diffondere in tutte le sue latitudini la propagazione di una cultura della dignità del lavoro e del rispetto delle vite umane, fatta da contratti dignitosi, umanamente sostenibili al costo della vita e adeguati al benessere delle lavoratrici e dei lavoratori.

Da questo Primo Maggio deve alzarsi forte e deciso da parte di tutto il mondo del lavoro, da parte del Sindacato che morire sul posto di lavoro non è più accettabile. Facciamo nostre le parole del Presidente Mattarella: “Non possono più bastare parole di sdegno: occorre agire con responsabilità e severità. Gli incidenti mortali, tutti, si possono e si devono prevenire”.

MANIFESTAZIONE A BERGAMO
ORE 9.30 Ritrovo piazzale stazione di Bergamo
ORE 10 Corteo per le vie di Bergamo
ORE 11.30 Intervento, in piazza Vittorio Veneto, per conto di CGIL, CISL e UIL di RICCARDO SACCONE, Segretario Generale SLC CGIL

 

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