I sindacati dei pensionati di Bergamo tornano a sollevare la questione dell’aumento delle rette nelle RSA della provincia, convinti che sia ormai urgente invertire la tendenza: “Tutte le difficoltà attraversate dalle strutture residenziali per anziani e da quelle della residenzialità per disabili finiscono per pesare sulle spalle degli ospiti e delle loro famiglie. Questo modo di agire non è giustificabile”, scrivono unitariamente.
Gli incrementi a cui si assiste possono toccare perfino i 300 euro mensili, anche a seguito del fatto che diversi Comuni hanno già comunicato alle strutture residenziali di non essere nelle condizioni di poter integrare la retta dei propri cittadini.
“Osserviamo da parte delle associazioni delle RSA prese di posizione che mirano a recuperare risorse rivalendosi prevalentemente sugli ospiti, attraverso l’aumento delle rette” hanno riferito venerdì 17 febbraio Augusta Passera dello SPI-CGIL di Bergamo, Giacomo Meloni di FNP-CISL Pensionati e Roberto Pezzotta di UIL Pensionati provinciali. “Come più volte abbiamo sottolineato, è evidente che il sistema della residenzialità in Lombardia soffre del mancato governo pubblico dell’offerta e che è necessario un suo riordino. Questo però non può determinare che si scarichino sugli ospiti e sui lavoratori tali criticità”.
I tre sindacalisti sottolineano come “in questi giorni le RSA assistono a un aumento delle entrate nelle loro casse sia per l’incremento dell’8% delle tariffe sanitarie, ma anche per l’erogazione di risorse destinate a coprire (seppur parzialmente) i rincari delle bollette energetiche, secondo quanto previsto dal Decreto Legge Aiuti-ter del governo Draghi poi convertito in legge dall’attuale esecutivo. Saranno, infatti, erogati contributi una tantum per attenuare l’aumento dei costi sostenuti per utenze di energia elettrica e di gas nel 2022 rispetto ai costi del 2021. Contestualmente – proseguono i rappresentanti di SPI-CGIL, FNP-CISL e UIL Pensionati - è in atto una tendenziale riduzione dei costi energetici, del 33% per il gas e del 19% dell’energia elettrica. Dunque le bollette saranno meno pesanti. Allora, che giustificazione hanno le misure adottate da numerose RSA della nostra provincia? Ci aspettiamo che le direzioni delle case di riposo rivedano gli aumenti delle rette e ritirino i tagli al personale e che la maggior parte delle risorse pubbliche messe a disposizione delle strutture sia vincolata proprio al blocco degli aumenti, garantendo il buon livello assistenziale fin qui assicurato” concludono i tre sindacalisti.