Si sono riuniti sabato mattina, 17 dicembre, nella sala Lama della CGIL di Bergamo i delegati dei lavoratori in somministrazione, degli autonomi, dei collaboratori, ma anche i rappresentanti degli studenti universitari, per il V Congresso di NIDIL-CGIL di Bergamo, il sindacato delle “Nuove identità di lavoro”.
A guidarlo anche per i prossimi anni è stata confermata, all'unanimità, la segretaria generale uscente, Paola Redondi, 37 anni di Ponteranica, laureata in Analisi e Valutazione delle Politiche Pubbliche all’Università degli Studi di Milano. Ha lavorato per l’Ufficio Vertenze CGIL provinciale dal 2013 al 2015 per poi entrare a far parte della squadra di NIDIL, di cui dal 2019 è a capo.
NIDIL-CGIL è una categoria in crescita: il numero degli iscritti è passato da 2.040 nl 2017 a 2.536, secondo l’ultimo dato sul tesseramento di fine 2021.
Nel corso del dibattito sono stati presentati i primi risultati del progetto di rappresentanza dei lavoratori delle logistica (in collaborazione con FILT-CGIL Bergamo) e il progetto "Tutela e rappresentanza dei lavorati autonomi". È stato anche illustrato il lavoro di ricerca che verrà svolto da una laureanda dell'Università degli Studi di Milano sul tema della rappresentanza e delle esigenze dei lavoratori autonomi.
Ai lavori hanno partecipato la segretaria organizzativa di NIDIL-CGIL nazionale Silvia Simoncini e il coordinatore regionale di categoria della Lombardia Mario Santini (foto qui sotto). Per la CGIL di Bergamo era presente l’organizzativo Marco Toscano.
“NIDIL-CGIL incontra spesso lavoratori che vivono una condizione lavorativa caratterizzata dall’assenza di tutele in caso di sospensione o interruzione della prestazione lavorativa, come i prestatori di lavoro occasionale e i collaboratori sportivi. Quando ci confrontiamo con loro, in molti casi la risposta che otteniamo è quella di privilegiare uno scambio lavoro-reddito rispetto alla volontà di rivendicare un più completo sistema di tutele” ha spiegato in apertura di relazione la segretaria Redondi.
Per questo NIDIL cerca di giocare d’anticipo, fornendo tutte le informazioni su diritti e tutele, su ciò che è garantito e su ciò che manca, anche con le docenze offerte ai neoassunti in somministrazione: più di 1.100 ore di formazione sono state erogate negli ultimi tre anni.
Una delle modalità con cui si entra oggi nel mondo del lavoro è il tirocinio: "Il rapporto di monitoraggio in materia di tirocini extra-curricolari per il periodo 2019-2021 racconta come nell’ultimo triennio lo strumento sia stato essenzialmente utilizzato per l’inserimento di disoccupati e inoccupati più che come modalità formativa e di orientamento dei giovani in transizione scuola-lavoro” ha proseguito la sindacalista. “Se si sposta la lente su quali siano state le figure professionali di riferimento, si vede che la maggior parte dei tirocini sono stati attivati nell’ambito di quelle professioni per le quali non è necessario il completamento di un particolare percorso di istruzione, in quanto richiedono lo svolgimento di attività semplici e ripetitive. Non si può dunque non aprire una riflessione circa la legittimità dell’uso di questo strumento, che è vietato secondo le linee guida per professioni a basso valore formativo”.
A proposito di Amazon, Deliveroo e della gig economy, Redondi ha poi presentato la campagna “Rider in sicurezza” e ricordato che “secondo l’Inapp sono almeno 570mila coloro che in Italia svolgono la loro prestazione lavorativa tramite piattaforme digitali. Il numero delle piattaforme è in continua crescita e secondo la Commissione europea il totale dei lavoratori coinvolti dalla gig economy nell’Ue è destinato ad arrivare a 43 milioni nel 2025. I gig workers non sono però solo rider, sono anche professionisti, traduttori, sviluppatori di software, consulenti, specialisti di marketing digitale, persone che offrono servizi di cura e lavori domestici attraverso la mediazione della rete. In questi anni la CGIL ha saputo essere protagonista di una stagione di rivendicazioni, scioperi, accordi e dell’elezione dei primi rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza”.
Al capitolo “lavoro autonomo”, la segretaria ha riferito di un “suo incremento dal 2008 al 2021, il che evidenzia una contrazione del lavoro dipendente in favore di quello indipendente nella fascia d’età under 35. Nonostante da tempo in Italia sia in corso una riflessione sul sistema di tutele per i lavoratori autonomi, confluita nella legge 81/2017, ancora molto resta da fare”.
La sindacalista si è poi soffermata a riflettere sulla situazione delle lavoratrici donne con cui NIDIL di frequente viene a contatto: “Hanno più spesso dei loro colleghi uomini contratti non standard, hanno meno probabilità di essere stabilizzate, sono più spesso coinvolte in contratti di part-time involontario, sono più facilmente travolte dalle conseguenze negative dei periodi di crisi: lo abbiamo visto accadere sotto i nostri occhi nel 2020. Ogni crisi porta con sé un riflusso occupazionale delle donne. In una provincia ricca come Bergamo, il lavoro femminile viene percepito – in alcuni casi dalle stesse lavoratrici - come secondario, complementare rispetto al reddito familiare. Con le lenti delle imprese è, quindi, più spesso precario e a bassa qualificazione rispetto a quello degli uomini. In alcune delle aziende dove abbiamo indetto assemblee per la presentazione della piattaforma per il rinnovo del Contratto nazionale della somministrazione abbiamo visto riservare i contratti di brevissima durata alle donne e ai lavoratori migranti”.
Redondi ha poi parlato dell’unico contratto di lavoro dipendente di cui NIDIL si occupa, quello delle agenzie di somministrazione. “Nel recente passato NIDIL ha proseguito il suo impegno per far conoscere e rivendicare i diritti dei lavoratori in somministrazione. La novità principale di questi quattro anni, quella che segna un passo in avanti in termini di maturità della nostra categoria, riguarda l’elezione dei primi delegati sindacali della nostra provincia. Il 2022 è stato l’anno nel quale NIDIL ha moltiplicato i propri sforzi per presentare l’ipotesi di piattaforma per il rinnovo del Contratto nazionale nelle aziende, con una presenza consistente di persone. Per noi è stata un’esperienza di partecipazione senza precedenti: in tre settimane abbiamo svolto più di 30 assemblee e ci siamo confrontati con circa 500 lavoratori. Ne sono nate alcune vertenze sul riconoscimento della parità di trattamento (rispetto ai lavoratori diretti delle singole realtà) e il coinvolgimento nella nostra organizzazione di nuovi lavoratori e lavoratrici che oggi partecipano per la prima volta al nostro congresso”.
Paola Redondi ha, infine, dedicato un passaggio della sua relazione a un lavoratore che durante un’assemblea ha confidato di avere paura ogni volta che entra in azienda: “Ho paura che a fine mese il contratto non mi venga rinnovato e che non potrò più pagare l’affitto” si è sentita dire la sindacalista. “Due giorni dopo il suo intervento sono tornata per l’ultima delle assemblee in programma” racconta Redondi. “Ad accogliermi c’era il delegato sindacale che mi ha raccontato che, dopo quell’intervento in cui aveva espresso i propri timori, il lavoratore era stato avvicinato dal caporeparto, che insieme ad altri responsabili gli aveva chiesto chiarimenti su ciò che aveva detto. Un grave episodio di condotta antisindacale. Il ragazzo, prima spaventato, ora era terrorizzato. Siamo intervenuti immediatamente con l’azienda grazie anche all’azione delle RSU, cioè dei rappresentanti dei lavoratori diretti. La sinergia tra NIDIL e delegati RSU ha permesso di rassicurare il ragazzo. Come accaduto in questa occasione, il sindacato non deve mai rinunciare a tutelare tutti i lavoratori, nessuno escluso, anche quelli che lavorano per le agenzie e che condividono con gli altri sia luoghi di lavoro che dinamiche aziendali”.