Un presidio molto partecipato si è tenuto nel pomeriggio di venerdì 16 dicembre in via Tasso a Bergamo, di fronte alla Prefettura, nel giorno dello sciopero generale proclamato da CGIL e UIL in Lombardia, nell’ambito della mobilitazione nazionale in corso questa settimana.
La protesta è stata organizzata contro “una manovra sbagliata, che va cambiata perché colpisce i più poveri, premia gli evasori e non prevede piani né industriale né energetico”, sono tornati a dire i rappresentanti delle due sigle sindacali.
Per illustrare nel dettaglio i motivi della mobilitazione, una delegazione composta da Gianni Peracchi per la CGIL di Bergamo e da Mario Bailo per la UIL provinciale ha incontrato la dottoressa Marcella Nicoletti, Capo di Gabinetto del Prefetto.
Lo sciopero è stato di 4 ore, tranne che per il pubblico impiego, la scuola e i metalmeccanici, comparti nei quali è stato di 8 ore.
Ecco cosa chiedono CGIL e UIL:
Aumento dei salari
Va aumentato il netto in busta paga. Chiediamo la decontribuzione del reddito fino a 35.000 euro dal 2% al 5%. Vanno detassati gli aumenti previsti con i contratti nazionali.
Contrasto alla povertà
In un Paese in cui le persone in povertà assoluta sono cresciute oltre i 5 milioni, è sbagliato, per far cassa, annunciare il superamento del reddito di cittadinanza.
Contrasto all’evasione e fiscalità equa
No alla flat tax, sì alla progressività fiscale. I lavoratori dipendenti e i pensionati non possono essere tassati il doppio di coloro che hanno redditi tre volte superiori! No a condoni che favoriscono solo chi le tasse non le ha pagate. Serve far pagare chi ha ottenuto gli extra profitti.
Basta precarietà
No alla reintroduzione dei voucher, che rappresentano una vera e propria mercificazione del lavoro senza diritti e senza tutele.
Garanzia dei diritti universali
Servono risorse per il diritto all’istruzione, la sanità, i trasporti pubblici, i rinnovi contrattuali della scuola e del pubblico impiego.
Pensioni giuste
Vogliamo: l’uscita con 41 anni di contributi senza limiti di età, l’uscita flessibile a partire dai 62 anni, il riconoscimento della diversa gravosità dei lavori, del lavoro di cura, della differenza di genere, la pensione di garanzia per i giovani e per chi ha carriere discontinue e povere. Serve ripristinare il meccanismo di indicizzazione delle pensioni per garantire la giusta rivalutazione.
Nuove politiche industriali ed energetiche
Servono investimenti per la trasformazione digitale e la riconversione verde, per prospettare un nuovo futuro per il Paese.