Le priorità dell’azione sindacale sono chiare, elencate nella relazione introduttiva del segretario uscente e ampiamente affrontate nel dibattito che ne è seguito: lotta alla precarietà, salvaguardia delle pensioni e maggiore sforzo per la sicurezza al lavoro. Si è tenuto giovedì 15 dicembre all’Auditorium “Cuminetti” di Albino il XII congresso provinciale dei metalmeccanici FIOM-CGIL di Bergamo.
L’Assemblea generale ha votato per il rinnovo del segretario generale uscente, Andrea Agazzi, che dunque viene riconfermato al suo posto (77 voti favorevoli, 32 contrari, 2 astenuti). Nato nel 1975, di Stezzano, prima di occuparsi di sindacato ha lavorato come montatore alla Elframo spa di Bergamo. In quell’azienda metalmeccanica è stato eletto delegato della RSU nel 2006, poi, con distacco sindacale, è passato a tempo pieno in FIOM-CGIL dal 2011. È alla guida dei metalmeccanici CGIL provinciali dal 2017.
Hanno partecipato ai lavori Alessandro Pagano, segretario regionale della CGIL Lombardia, e Gianni Peracchi, segretario generale della CGIL provinciale.
A Bergamo la FIOM ha svolto 419 assemblee di base in poco più di un mese, esattamente 100 assemblee in più rispetto al congresso precedente.
“È un risultato reso possibile oltre che dal grande impegno della struttura e di delegate e delegati, dal fatto che non abbiamo mai, nemmeno in pandemia, perso la sana abitudine del confronto con la base. Questo ha determinato anche un incremento dei votanti, che sono stati 4.900” ha detto Andrea Agazzi in apertura della sua relazione.
“Avere svolto il Congresso di base in questa fase storica, coinvolgendo una platea più ampia di lavoratori e iscritti, è un importante risultato di tutta la FIOM di Bergamo. Averlo fatto senza omologare le nostre differenti posizioni, con un atteggiamento costruttivo da parte di tutti e finalizzato al tentativo di rafforzare la nostra Organizzazione, credo sia un altrettanto significativo obiettivo raggiunto, sia nel metodo sia nel merito della discussione e dell’analisi scaturita poi dai dibattiti, dove è stata espressa la necessità di ottenere una più incisiva azione da parte della nostra CGIL”.
Pandemia, guerra in Ucraina, crisi energetica, dopo un’analisi dagli orizzonti ampi, Agazzi è arrivato a parlare della situazione provinciale: “A Bergamo l’impatto odierno della cassa integrazione è per ora limitato, seppur in crescita rispetto a qualche mese fa. Anche sul nostro territorio la reperibilità e i costi della materia prima, delle componenti tecnologiche e dell’energia hanno determinato e rischiano di continuare a determinare fermate aziendali. Senza un intervento di ampliamento strutturale delle causali per il ricorso alla cassa e l’aumento degli importi si rischia un ulteriore impoverimento dei lavoratori e il depauperamento del tessuto industriale”.
“Merita un approfondimento a parte la vicenda della cassa integrazione negata per volontà aziendale alla Maier Cromoplastica di Verdellino” ha poi sottolineato il segretario. “Le lavoratrici e i lavoratori di questa storica azienda bergamasca ci hanno dato una dimostrazione di tenacia con 17 giorni di sciopero ad oltranza, che non sono stati sufficienti a piegare la volontà dell’ennesima multinazionale che lascia il Paese senza colpo ferire. La loro lotta ci dimostra, però, che insieme si può provare a combattere l’arroganza dei colossi. La vicenda si è conclusa, come saprete, con il licenziamento collettivo, nonostante esistesse un imprenditore interessato all’acquisizione e nonostante l’oggettivo impegno della Regione e di molte forze politiche del territorio. Come FIOM stiamo percorrendo anche le vie legali per cercare di restituire un po' di dignità a queste persone”.
“Questa vicenda, come quella della Sematic-Wittur di poco tempo fa e tutte quelle che si sono succedute sul territorio nazionale - Caterpillar, Gkn, Giannetti Ruote, Wartsila per citarne alcune, evidenziano la carenza di normative atte a scongiurare questi comportamenti da parte delle multinazionali. L’attuale legge anti-delocalizzazioni, seppur modificata, evidenzia tutta la scarsa efficacia di un provvedimento che non mette al centro chi lavora”.
“Nel 2022, dopo la fase acuta della pandemia, stiamo vivendo una fase che ci restituisce un quadro generale di carichi di lavoro discreti” ha proseguito poi il sindacalista. “Anche se le prospettive sono tendenzialmente di breve termine, le aziende stanno comunque accantonando ricchezza. Il mercato del lavoro ha ricominciato ad essere dinamico, Bergamo è una delle province in cui il numero di assunzioni è cresciuto in modo importante, ma il numero di contratti a tempo indeterminato continua ad essere residuale rispetto al totale dei nuovi contratti di lavoro. A livello aziendale, con meccanismi diversi, siamo riusciti in più di una realtà a condividere e determinare percorsi di stabilizzazioni”.
Sul tema delle pensioni, Agazzi ha ricordato come la materia sia “argomento principe delle campagne elettorali, eppure quando la teoria diventa pratica ci ritroviamo con interventi parziali e non strutturali, generalmente per una platea ridotta di potenziali beneficiari, come nel caso di quota 103. La legge Fornero continua a pesare sulla testa dei lavoratori. La nostra proposta è: 41 anni di lavoro svincolati dall’età anagrafica e 62 anni di età”.
Insieme al contrasto alla precarietà e alle pensioni, per Agazzi è quello della sicurezza “il tema centrale da tenere sempre in agenda nella nostra azione, nelle nostre mobilitazioni. Ci sono diversi aspetti su cui intervenire, ormai noti a tutti gli interessati, ma servirebbe la volontà di farlo. La piena operatività degli enti preposti e quindi il superamento della perenne mancanza di organici, l’inasprimento delle sanzioni, la formazione da non relegare ad atto formale, la messa in discussione del sistema degli appalti e dei subappalti nel settore pubblico, ma non solo. Quando le responsabilità vengono accertate occorre che ci sia la certezza della pena anche per i datori di lavoro. Questo non succede praticamente mai. Come FIOM Bergamo abbiamo da poco cominciato, con un gruppo ristretto di Rls, ad avvalerci di un professionista per fare una nostra formazione ai delegati della sicurezza”.
In chiusura di intervento, Agazzi ha ricordato lo sciopero generale del 16 dicembre: “Arriva a un anno dopo l’ultimo. Non c’è stata la possibilità di fare uno sciopero con tutte le sigle sindacali confederali, come l’anno scorso sciopereremo solo con la UILM. Onestamente ritengo questa iniziativa indispensabile. È importante che l’adesione allo sciopero sia alta e che sia numerosa la partecipazione al presidio in via Tasso. Non sarà un’iniziativa risolutiva, ma sarà importante esserci”.