I lavoratori della Maier Cromoplastica di Verdellino, un'azienda che impiega 92 addetti e che si occupa di stampaggi plastici e cromatura, stanno presidiando i cancelli della fabbrica e non hanno intenzione di muoversi fino a quando dalla proprietà non arriveranno serie rassicurazioni sul futuro. Il timore è che altri macchinari fondamentali per la produzione vengano trasferiti, causando la perdita di posti di lavoro nello stabilimento bergamasco.
La vicenda che ha portato alla decisione di presidiare gli ingressi della Maier, che da qualche anno vive un periodo economicamente poco stabile, comincia sabato scorso: cinque stampi, che corrispondono circa al 23% della capacità produttiva totale, vengono prelevati ad azienda chiusa e trasferiti. Di fronte alle preoccupazioni dei sindacati, la proprietà ha giustificato il trasloco con il fatto che i clienti avevano deciso di internalizzare alcune produzioni fino ad allora in carico allo stabilimento di Verdellino. Ma a peggiorare una situazione già preoccupante è la voce, non confermata, che ha cominciato a girare tra i lavoratori nelle ultime ore, secondo cui almeno una parte dei macchinari sarebbe stato portato in Repubblica Ceca, dove il gruppo possiede un'altra fabbrica. Quando i delegati e i funzionari delle organizzazioni sindacali hanno chiesto rassicurazioni, l'azienda non ha voluto confermare né smentire la notizia. Da qui, la decisione di proclamare sciopero e presidio a oltranza.
"Le difficoltà dell'azienda non sono nuove - spiega Vittorio Tornaghi della Fiom CGIL di Bergamo - tanto è vero che negli ultimi anni il personale è stato fortemente ridotto: la produzione ha perso circa 100 lavoratori somministrati, più 20 tempi inderterminati che hanno scelto le dimissioni volontarie. L'azienda, in tutti gli incontri, ci aveva sempre garantito che l'organico non sarebbe stato ulteriromente toccato ma che, al contrario, si sarebbe puntato sul rilancio anche attraverso il rinnovamento delle linee. Sabato pomeriggio abbiamo avuto questa brutta sorpresa, e speriamo vivamente che l'azienda possa smentire con chiarezza le voci che circolano. I lavoratori sono ovviamente delusi per le mancate promesse, ma hanno scelto di lottare: per questo il presidio andrà avanti fino a quando non avremo informazioni precise, e serie rassicurzioni sul futuro. Invitiamo già da ora politica e istituzioni a mostrare solidarietà ai lavoratori, ma soprattutto a contribuire a risolvere una situazione che desta preoccupazioni per il futuro".