Sei anni sono passati da quel 25 gennaio 2016 in cui al Cairo viene perduta ogni traccia di Giulio Regeni, giovane ricercatore della provincia di Udine che nella capitale egiziana stava svolgendo un periodo di studio. Regeni, iscritto all’Università di Cambridge, era impegnato in una ricerca sui sindacati egiziani.
Qualche giorno dopo, il 3 febbraio, il suo corpo senza vita viene ritrovato in una scarpata lungo l’autostrada che collega la capitale ad Alessandria, alla periferia del Cairo.
Da allora, un movimento internazionale chiede verità e giustizia per questo giovane ricercatore friulano, e lo fa al fianco del padre e della madre di Giulio, Paola e Claudio Regeni. I genitori di Giulio interverranno venerdì 18 febbraio (da remoto) all’iniziativa organizzata a Bergamo dalla FILCAMS-CGIL provinciale. All’incontro parteciperà, nella sala del centro culturale Daste (via Daste e Spalenga 13, dalle ore 17), Alessandra Ballerini, l'avvocato che per la famiglia Regeni continua a lavorare per ottenere verità e giustizia.
Molti saranno, poi, gli ospiti che prenderanno la parola.
Introdurrà l’incontro Mario Colleoni, segretario di FILCAMS-CGIL Bergamo e della Lombardia, e dopo i saluti del sindaco di Bergamo Giorgio Gori interverranno Alessandro Pagano, segretario generale della CGIL Lombardia, Antonio Panzeri, presidente dell’Associazione Fight Impunity, Marie Arena, europarlamentare e Presidente Droi (la sottocommissione per i diritti umani del Parlamento europeo), Annalisa Colombo, responsabile dell’Ufficio Migranti della CGIL di Bergamo, l’avvocato Beppe Guerini e il cantautore Omar Pedrini. Modera i lavori la giornalista Daria Locatelli.
“Oggi in politica stanno prevalendo la tendenza al consenso lampo, immediato, facile, con i discorsi che ne conseguono, mentre viene dimenticato il paziente e faticoso lavoro di tutela della dignità umana” ha detto oggi Mario Colleoni, segretario di FILCAMS-CGIL Bergamo e della Lombardia. “Al valore delle persone vengono spesso anteposti i numeri. È necessario rimettere al centro azioni e parole che tornino ad essere percepite come autentiche. Diritti umani e dignità sono termini che dovrebbero tornare per davvero in cima alle priorità, in una fase dove la retorica prevale sull’intervento concreto, così necessario per l’interesse collettivo. Bisogna credere nella solidarietà e per farlo non possiamo dimenticarci di Giulio e degli altri che sono stati privati dei loro diritti fondamentali”.
Per assistere all’incontro occorre scrivere all’indirizzo email