A più riprese, a partire dal 17 novembre, la FP-CGIL e la CGIL di Bergamo hanno chiesto alle tre Aziende Socio Sanitarie Territoriali della provincia di visionare i dati sui ricoveri ospedalieri e sulle prestazioni ambulatoriali nel triennio 2019-2021, cioè prima e durante la pandemia.
Sia l’ASST Papa Giovanni XXIII che la Bergamo Est (Seriate) hanno già inviato dettagli e cifre su attività e servizi erogati. Continua, invece, a non permettere l’accesso ai dati la ASST Bergamo Ovest, che sovrintende alle prestazioni erogate dagli ospedali di Treviglio e Romano e ai servizi territoriali della Bassa Bergamasca e dell’Isola.
In una recente intervista, il Direttore Generale dell’ASST Bergamo Ovest Peter Assemberg si esprime sulla questione. Ecco di seguito la replica di Orazio Amboni del dipartimento Welfare CGIL provinciale e di Roberto Rossi, segretario generale della Funzione Pubblica CGIL di Bergamo.
“La richiesta della CGIL alle ASST era motivata proprio dall’esigenza di conoscere come è stata affrontata dal Servizio Sanitario Regionale l’epidemia nel nostro territorio che è stato, come purtroppo è noto, uno dei più colpiti e motivata altresì dall’esigenza di individuare le criticità emerse, al fine di migliorare l’efficacia delle risposte, nell’interesse dei cittadini e degli operatori.
Purtroppo l’intervista del Direttore alimenta toni polemici riferendo informazioni non vere e talora calunniose, delle quali dovrà rispondere nelle opportune sedi.
Meraviglia che un Dirigente di primo piano dell’Amministrazione Sanitaria non sia a conoscenza della normativa nazionale (e regionale) sull’Accesso agli atti che viene favorito dalle norme a garanzia della trasparenza e dell’anti-corruzione, norme che si sono evolute nel tempo allargando sempre più il diritto di accesso sia per quanto riguarda i contenuti che i soggetti titolati ad accedere. Infatti le materie escluse dall’accesso sono esplicitamente elencate dalla norma: si tratta di temi come “difesa e questioni militari”, “relazioni internazionali”, “stabilità finanziaria ed economica dello Stato” e anche “protezione dei dati personali”, “interessi economici e commerciali di una persona fisica o giuridica, ivi compresi la proprietà intellettuale, il diritto d’autore e i segreti commerciali”. Ed è proprio a quest’ultima voce (i segreti commerciali) che si appella il Direttore per negare l’accesso agli atti. È veramente difficile immaginare quali possano essere questi segreti “commerciali” che impediscano all’ASST di rendere noto quanto poi viene regolarmente pubblicato dalla Regione nei suoi open data. Infatti la Regione pubblica regolarmente sul proprio sito non solo il numero dei ricoveri, ma anche dati molto più dettagliati, presidio ospedaliero per presidio ospedaliero, addirittura reparto per reparto, patologia per patologia, sia per quanto riguarda i ricoveri che per l’attività ambulatoriale, e anche dati sull’efficienza, come i ricoveri ripetuti o il ritorno in sala operatoria. Purtroppo i dati regionali sono fermi a prima del 2020 ed è per questo, data l’eccezionalità della situazione vissuta a Bergamo, che i dati sono stati richiesti direttamente alle Aziende.
Non vogliamo scendere sul terreno degli insulti denigratori come l’accusa al sindacato di favorire gli interessi della sanità privata, chiunque abbia seguito la vicenda e sia al corrente della grande preoccupazione diffusa tra la popolazione del bacino ospedaliero trevigliese e tra il personale stesso dell’Ospedale, sa bene quali siano i timori da scongiurare e cioè la perdita di efficacia dell’Ospedale cui fanno seguito il calo di consenso tra la popolazione e frustrazione e demotivazione tra il personale”.