È destinata ad esaurirsi il 31 dicembre 2021, senza possibilità di ulteriore proroga, la misura che ha previsto il blocco degli sfratti per morosità, disposta dal legislatore a fronte dell’emergenza sanitaria nel 2020 e per quest’anno.
Si tratta di una misura dal carattere intrinsecamente temporaneo che, dunque, verrà meno a fine anno, “avendo la compressione del diritto di proprietà raggiunto il limite massimo di tollerabilità, pur considerando la sua funzione sociale” ha scritto la Corte costituzionale in un passaggio della motivazione della sentenza n. 213 depositata l’11 novembre.
“In realtà quest’anno, cioè per il solo 2021, alcuni inquilini non hanno potuto beneficiare del blocco delle esecuzioni nei casi di finita locazione o di sfratti per morosità antecedente all’inizio da Covid19. L’iter per il rilascio degli immobili ha già iniziato ad essere adottato” ha spiegato questa mattina Luisella Gagni, segretaria del Sunia di Bergamo. “Secondo i dati provinciali 2020 diffusi del ministero dell’Interno lo scorso settembre, il numero di provvedimenti esecutivi e di richieste di esecuzione risultano, a seguito del blocco, ovviamente in diminuzione rispetto all’anno precedente. Nel corso del 2021, a fronte della proroga del blocco delle esecuzioni i tribunali hanno però ricominciato a convocare i cittadini per intimare loro gli sfratti. Dunque nei nostri uffici abbiamo iniziato a vedere arrivare inquilini e famiglie con convocazioni per convalide di sfratto. Molti i casi legati a perdite di reddito a seguito dell’emergenza Covid, a riduzioni dell’orario di lavoro e dunque di stipendio o addirittura alla perdita del posto, e a occupazioni troppo precarie che hanno spinto gli inquilini in condizioni di morosità incolpevole. Ora, da gennaio temiamo un gran numero di esecuzioni, dunque di sfratti che obbligheranno al rilascio degli immobili”.
Nel mese di giugno il Sunia di Bergamo, unitariamente agli altri sindacati degli inquilini, ha richiesto un incontro con il Prefetto: “Abbiamo chiesto la convocazione di una cabina di regia sovracomunale, con i rappresentanti del Comune di Bergamo, delle organizzazioni sindacali, degli ambiti di zona, di Aler, dell’associazione proprietari e di tutti i soggetti in qualche misura portatori d’interesse (fondazioni, terzo settore), oltre che con le forze dell’ordine. L’obiettivo è quello di mettere a punto, di fronte a uno sfratto, la ricerca di un alloggio alternativo provvisorio per accogliere le famiglie in difficoltà”.
Nel mese di ottobre, visto che ancora un tavolo provinciale non era stato istituito, è stata inoltrata al Prefetto una nuova richiesta di convocazione.
“Un ulteriore elemento di preoccupazione è motivato dai tempi lunghi di assegnazione degli alloggi pubblici messi a disposizione negli avvisi di bando del 2021. Non si registra, inoltre, l’apertura di nuovi avvisi. Alto, poi, è il numero di alloggi di Aler e di quelli comunali che restano sfitti perché avrebbero bisogno di manutenzione e dunque non possono essere assegnati: gli ultimi dati di settembre registrano 556 alloggi Aler vuoti in tutta la provincia e 93 alloggi di proprietà del Comune di Bergamo. Una parte di queste abitazioni potrebbero rappresentare una risposta concreta per contenere temporaneamente l’emergenza abitativa”.
Nei prossimi giorni, da parte CGIL, CISL e UIL, verrà inviata una nuova richiesta d’incontro al Prefetto.