A proposito della manifestazione di interesse da parte del fondo statunitense KKR per una possibile offerta pubblica di acquisto (OPA) di TIM intervengono oggi Lorenzo Martinelli, coordinatore del settore telecomunicazioni per la SLC-CGIL di Bergamo (e dipendente TIM) e Paolo Turani, segretario generale della categoria provinciale.
Nella nostra provincia i lavoratori TIM sono circa 250, tra customer care, vendita e strutture operative della rete.
“La situazione è allarmante, l'offerta cosiddetta ‘amichevole’ da parte del fondo americano per mettere le mani su TIM rischia di determinare un vero e proprio spezzatino di un'azienda strategica per il Paese. Il pericolo più concreto è che l'offerta del fondo possa essere ripagata con la futura vendita di TIM Brasil e con lo scorporo della rete lasciando collassare le parti più fragili di TIM come il customer care che qui a Bergamo occupa circa 50 lavoratori: abbandonati a se stessi, nella cosiddetta società dei servizi, questi dipendenti non riuscirebbero a sostenere l'enorme peso del debito creato a suo tempo da una privatizzazione scellerata ad opera di capitani poco coraggiosi che oltre a danneggiare i lavoratori diretti ed indiretti del gruppo aveva frenato lo sviluppo della connettività del paese. Da tempo, invano, le organizzazioni sindacali chiedono al governo un incontro per discutere del futuro di un settore di grande rilevanza per il Paese e che da anni brucia margini e ricavi e i cui addetti sono in costante diminuzione. Le fredde leggi del libero mercato rischiano di distruggere definitivamente l'asse portante delle TLC del Paese con pesanti ripercussioni sul diritto alla connettività per i cittadini, sulla custodia dei loro dati oltre che ovviamente sulle condizioni dei dipendenti di TIM e del settore”.