Sulle numerose questioni aperte che, secondo il sindacato, necessitano di un confronto con il governo, interviene oggi Andrea Agazzi, segretario generale della FIOM-CGIL di Bergamo. C’è il tema Green pass, ma non solo: tanti sono i nodi da sciogliere in materia di licenziamenti, delocalizzazioni, riforma degli ammortizzatori sociali, PNRR e pensioni.
“Dopo il decreto legge che rende obbligatorio il Green pass (dal 15 ottobre) per l'accesso ai luoghi di lavoro, in assenza di una legge sull’obbligo vaccinale, come FIOM-CGIL territoriale torniamo a ribadire la necessità di garantire i tamponi gratuiti ai lavoratori non vaccinati. Non si può pagare per lavorare” dichiara il sindacalista che guida i metalmeccanici CGIL provinciali. “Si prosegue con un'impostazione che ipotizza la delega del controllo al datore di lavoro e la sanzione di chi non possiede il Green pass, arrivando alla sospensione dell’attività e del salario, senza prevedere la possibilità di tamponi gratuiti: noi intravvediamo il rischio che le aziende possano decidere da sole, in base alle loro esigenze e alle funzioni svolte da ogni lavoratore senza Green pass, a chi pagare il tampone e a chi no, creando discriminazioni per ragioni che nulla hanno a che vedere con la salute e la sicurezza”.
Sempre in materia di conseguenze da Covid, la FIOM interviene anche sul tema della quarantena non più retribuita: “Ad oggi, nonostante le dichiarazioni del governo, resta irrisolto il nodo del rifinanziamento della quarantena che potrebbe avere pesanti ricadute economiche per i lavoratori”.
Dopo la fine del blocco dei licenziamenti nell'industria metalmeccanica a giugno, a ottobre toccherà al settore tessile, al commercio e ai servizi: “Abbiamo tutti constatato la diffusione di casi di aziende che vengono chiuse, spesso per trasferire le attività in Paesi a basso costo del lavoro, come sta accadendo proprio in questi giorni nelle vertenze GKN a Firenze, Timken di Brescia, e Giannetti Ruote di Monza Brianza e come avvenuto nei mesi scorsi nella vertenza Sematic di Osio Sotto” prosegue Agazzi. “Per questo, sarebbe necessaria la più volte annunciata legge contro le delocalizzazioni, che dimostri la volontà di trovare soluzioni che diano certezze ai lavoratori. Con il governo resta anche necessario che sia apra un confronto sulla riforma degli ammortizzatori sociali, indispensabile per garantire continuità lavorativa”.
A restare da sciogliere è anche il nodo delle risorse che arriveranno dal PNRR , che per la FIOM-CGIL “devono servire anche a creare occupazione stabile e di qualità nel Paese e ciò non può prescindere da un confronto con il sindacato anche sul tema delle politiche industriali che da troppi anni non viene affrontato dai vari esecutivi”.
Infine, in merito alla questione pensionistica, “CGIL, CISL e UIL hanno più volte chiesto al governo una discussione vera, a partire dall'età pensionabile per rivedere l’attuale sistema e, come da proposta unitaria, giungere ai 41 anni di lavoro o ai 62 anni di età, senza penalizzazioni, riconoscendo il lavoro di cura delle donne e di lavori gravosi e usuranti. Anche su questo tema – conclude Agazzi - salvo annunci e soprattutto evidenti tensioni interne tra i partiti di maggioranza il confronto richiesto non decolla, lasciando inalterata la condizione attuale, per noi iniqua, che rappresenta l'età pensionabile più alta tra i paesi Ue. Se, su tutti questi temi, non ci saranno risposte significative da parte del governo sarà inevitabile immaginare una mobilitazione generale, per far sentire la voce dei lavoratori e costruire un futuro equo per il Paese”.