Rischia di rimanere senza soluzione la vertenza dei lavoratori forestali che rivendicano il rinnovo del loro Contratto nazionale. Quello precedente è scaduto nel dicembre del 2012, un tempo lunghissimo, eppure dopo l’avvio della trattativa c’è chi ha frenato e si è opposto a un’intesa, fino all’attuale stallo.
In provincia di Bergamo i lavoratori interessati sono alcune decine, alle dipendenze del Consorzio Forestale Alta Valle Brembana con sede a Piazzatorre, del Vivaio Ersaf di Curno e del Consorzio Forestale della Comunità Montana di Lovere. I sindacalisti di FLAI-CGIL e FAI-CISL provinciali stanno seguendo con attenzione l’evolversi della situazione e con i lavoratori presenti sul territorio hanno già organizzato una serie di assemblee.
Le trattative per il rinnovo del Contratto nazionale (precisamente denominato “CCNL per gli addetti ai lavori di sistemazione idraulico forestale e idraulico agraria”) erano iniziate nel luglio 2019. “Pareva si fosse superata l’iniziale pregiudiziale posta in Commissione Stato-Regioni sulla legittimità dell’applicazione di un contratto privatistico da parte di enti pubblici. E, invece, non è stato così” spiegano Giuseppe Previti e Valentino Rottigni di FLAI-CGIL e Giovanni Locatelli della FAI-CISL di Bergamo. “Dal mese di ottobre 2020 al tavolo negoziale era stata affrontata la discussione relativa ai temi normativi, sulla base della piattaforma unitaria presentata da FLAI, FAI e UILA nazionali. Nonostante le difficoltà derivate dalla pandemia, si era giunti nel luglio del 2020 a stilare un’ipotesi di accordo che faceva ben sperare in una soluzione vicina, che desse al settore certezze e stabilità contrattuale”.
E, invece, all’inizio di settembre di un anno fa si è assistito a una battuta d’arresto. Nella riunione della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, pur avendo i vari assessorati dato parere positivo sull’esito del negoziato, unitamente al ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, sono stati avanzati, nuovamente, dubbi sulla applicabilità di un contratto di natura privatistica da parte delle pubbliche amministrazioni e sulla formalizzazione della delega alla sottoscrizione per la parte datoriale.
“I lavoratori non comprendono il nuovo blocco delle trattative” proseguono i tre sindacalisti. “Sanno di aver svolto in tutti questi anni un lavoro importante sui cantieri e sul territorio garantendo la sicurezza e la tutela ambientale e dunque chiedono che il loro impegno venga riconosciuto e rispettato, garantendo finalmente il diritto al rinnovo del contratto nazionale. Se sarà necessario siamo pronti a mobilitarci anche qui a Bergamo per far sentire la nostra voce”.
Sulla vertenza si sono svolti tre presidi a Roma, di fronte alla sede della Conferenza delle Regioni, il 14, il 16 e il 21 settembre. In questi giorni, intanto, si sono intensificati anche gli incontri a livello nazionale per individuare una soluzione che ad oggi pare e affidata ad azioni legislative dagli esiti incerti.
“Nella nostra regione, tra l’altro, non trova soluzione nemmeno la trattativa per il rinnovo del Contratto Integrativo Regionale della Lombardia, questa volta per la posizione contraria dei rappresentanti dei Consorzi Forestali, mentre ERSAF avrebbe dato il suo parere positivo. Si aggiunge quindi incertezza ad incertezza, rendendo la situazione insostenibile. Per questo nelle assemblee che abbiamo organizzato, i lavoratori e le lavoratrici del comparto hanno recepito la necessità di confermare lo stato di agitazione in corso” concludono i rappresentanti di FLAI-CGIL e FAI-CISL.