Non ce l’ha fatta Elton Dema, l’operaio rimasto schiacciato da un carrello elevatore nella fabbrica di Erba, in provincia di Como, dove stava lavorando lunedì mattina 18 novembre. Da allora, l’uomo di 41 anni, di origine albanese, residente ad Azzano San Paolo e iscritto alla FILCA-CISL di Bergamo, era ricoverato all’ospedale san Gerardo di Monza. È morto il 20 novembre.
È l’ennesima vittima del lavoro che la provincia di Bergamo conta, la terza in sole tre settimane, dopo Valentin nel cantiere della TEB a Ponteranica, e Federico in un cantiere a Pozzolo Martesana.
Sulla dinamica ancora non è stata fatta luce, “ma a noi interessa evidenziare che di nuovo una persona uscita di casa per lavorare non farà più ritorno dalla sua famiglia– dicono Valerio Cifone di FENEAL-UIL, Daniel Piatti per FILCA-CISL e Adelaide Ferrari di FILLEA-CGIL di Bergamo. “In tutti i luoghi del lavoro si sta consumando una strage inaccettabile, figlia del mancato rispetto delle misure di sicurezza che sono obblighi di legge e che sono fondamentali per permettere lo svolgimento del lavoro in piena tranquillità. Da tempo chiediamo un maggiore e più profondo impegno condiviso da tutte la parti in causa per diffondere una vera cultura della sicurezza, che parta dalla formazione, dal rispetto dei contratti e delle norme e che passi per un rafforzamento dei controlli in tutti i luoghi di lavoro”.
“Nel settore edile le condizioni di sicurezza sono ancora troppo spesso ignorate, mal gestite e insufficientemente controllate. Il sindacato, che da sempre si batte per la sicurezza sul lavoro, ritiene inaccettabile che continuino a morire persone sul lavoro, soprattutto in un settore che dovrebbe garantire la massima attenzione e il rispetto delle normative sulla sicurezza. Le cause di questi infortuni mortali sono molteplici: dalla mancanza di adeguati dispositivi di protezione individuale (DPI), alla scarsa formazione dei lavoratori, alla mancata manutenzione delle attrezzature, passando per la fretta e la necessità di rispettare i tempi di consegna dei lavori che troppo spesso portano a sacrificare la sicurezza. Le imprese devono avere un ruolo attivo e non considerare la sicurezza un costo, devono essere ritenute responsabili per il mancato rispetto delle norme, e le istituzioni devono intensificare i controlli nei cantieri per garantire che le regole siano applicate correttamente”.
“Esprimiamo la nostra vicinanza alla famiglia della vittima e rinnoviamo il nostro impegno per una lotta continua e determinata contro gli incidenti sul lavoro. Non ci fermeremo finché non saranno adottate misure concrete e risolutive per garantire la sicurezza di tutti i lavoratori, soprattutto in un settore ad alto rischio come quello edile. Il lavoro deve essere un diritto, non una condanna”, concludono i tre sindacalisti.
FENEAL-UIL, FILCA-CISL e FILLEA-CGIL di Bergamo chiedono un rafforzamento dei controlli e delle ispezioni nei cantieri, formazione continua e obbligatoria sulla sicurezza per tutti i lavoratori attraverso il sistema bilaterale contrattuale, maggiore responsabilità da parte delle imprese che operano nel settore edile e sanzioni più severe per chi non rispetta le normative di sicurezza.