Dopo i presidi tenuti nel mese di luglio a Bergamo, Albino, San Pellegrino e Treviglio, ora è arrivato il momento dello sciopero per infermieri, fisioterapisti, educatori, Asa e Oss di RSA per anziani e RSD per disabili e per tutti gli altri lavoratori per i quali si applica il contratto nazionale Uneba. La mobilitazione è proclamata per la giornata di lunedì 16 settembre. In Lombardia si terra anche un presidio unitario proprio sotto la sede regionale di Uneba, a Milano in via Pattari 6, dalle ore 10 alle 13.
I lavoratori del comparto torneranno a chiedere il rinnovo del loro Contratto collettivo nazionale di lavoro, scaduto da oltre 4 anni. La piattaforma rivendicativa per rinnovarlo è stata presentata dai sindacati ormai più di 2 anni fa.
“Le trattative sono andate avanti per 17 mesi con la controparte, l’associazione Uneba, che non ha fatto altro che perdere tempo, mentre l’inflazione erodeva il potere d’acquisto dei salari” sono tornati a commentare i rappresentanti di FP-CGIL, CISL-FP, FISASCAT-CISL, UILFPL e UILTUCS di Bergamo. “Alla fine ha proposto 50 euro di aumento, un incremento salariale inaccettabile. Così, dopo lo stato di agitazione unitario avviato ad aprile, abbiamo proclamato lo sciopero del 16 settembre. La situazione di stallo delle trattative, oltre a essere paradossale, è irrispettosa per tutte le nostre operatrici e i nostri operatori che, con senso di responsabilità, dedizione e sacrificio, giorno dopo giorno, in mezzo a tante difficoltà, garantiscono alla popolazione più fragile e bisognosa percorsi di cure e assistenza”.
“Quello di lunedì è uno sciopero che, viste le necessità assistenziali, la carenza e la difficoltà di reperimento di personale formato, l'associazione datoriale di Uneba avrebbe potuto benissimo evitare. Con retribuzioni così inadeguate, si è voluto a tutti i costi far arrivare alla proclamazione della mobilitazione creando, oltre ai disagi all'assistenza, un’ulteriore perdita economica alle lavoratrici e ai lavoratori. Uneba ha forse dimenticato per svolgere il lavoro, servono i lavoratori, e che serve retribuirli adeguatamente?” concludono i sindacalisti.