Si è prolungato fino a sera, il 2 maggio, l’atteso incontro in Confindustria tra sindacati, lavoratori delegati Rsu e rappresentanti di Trèves Italia, l’azienda tessile di Cazzano Sant’Andrea che il 22 aprile aveva annunciato la chiusura dello stabilimento entro fine luglio. A rischio ci sono 40 posti di lavoro. La notizia era arrivata del tutto inattesa, in un periodo in cui era stato chiesto di svolgere turni straordinari. Contro la decisione si sono già tenuti quattro momenti di sciopero, il 29 e 30 aprile, e, ancora prima il 24 e il 26.
“Nell’incontro di ieri la posizione dell’azienda è rimasta immutata, l’intenzione di chiudere e di utilizzare la cassa integrazione straordinaria fino a dicembre ci è stata confermata. Per noi resta una risposta insufficiente” hanno commentato Giuseppe Errico della FILCTEM-CGIL e Milena Occioni di FEMCA-CISL, presenti al tavolo. “Siamo tornati a chiedere l’applicazione di un contratto di solidarietà, così come ha scelto di fare il committente principale dell’azienda, cioè Stellantis nello stabilimento di Mirafiori: le fluttuazioni di mercato sono troppo imprevedibili, perché prendere decisioni così drastiche?”.
Per lunedì pomeriggio 6 maggio è in programma un nuovo confronto con l’azienda. Intanto nell’assemblea dei lavoratori del 3 saranno proclamate altre 16 ore di sciopero, da svolgere in date ancora de definire.
Ai due sindacalisti appare, intanto, sempre più evidente come “l’acquisizione da parte del gruppo Trèves degli stabilimenti di Cazzano e Aprilia sia stato solo un modo per agganciare il committente Stellantis. Una volta conseguito l’obiettivo, si chiude, ignorando la responsabilità sociale”.
Ricordiamo che la multinazionale Trèves aveva rilevato la Roi Automotive Technology srl di Cazzano nel 2021. L’intenzione di chiudere il sito bergamasco è motivata dall’azienda con il calo dei volumi produttivi di Mirafiori e con lo spostamento dell’asse dei progetti acquisiti da Trèves Italia sugli stabilimenti Stellantis di Melfi, Cassino e Pomigliano che scontano una lontananza geografica con il polo produttivo bergamasco.
Al proposito Errico e Occioni esprimono la loro insoddisfazione e tutti i loro dubbi: ”Non ci sono stati fatti visionare dati di produzione differenziati tra Cazzano e Aprilia, si è parlato solo di potenziali risparmi. Dobbiamo osservare che i costi della logistica citati nel primo incontro non sono poi così significativi: quello che pesa maggiormente è invece la voce ‘salari indiretti’ ossia i compensi per ruoli, spesso apicali, raddoppiati sui due impianti. Un tema che avevamo sollevato già mesi fa, invitando l’azienda a un’organizzazione più organica”.
Nell’incontro di ieri si è iniziato, nel frattempo, a discutere anche di incentivi all’esodo. “Abbiamo chiesto incentivi sin da subito, punto su cui l’azienda ci fornirà una risposta lunedì. L’organico di Cazzano è fortemente differenziato: da un lato c’è un piccolo gruppo di giovani che potrebbe essere in breve assorbito dal mercato, e dall’altro ci sono molti lavoratori con anzianità di servizio importanti o con limitazioni fisiche, per i quali la ricollocazione sarebbe sicuramente più difficile. Per i più giovani potrebbe essere importante mettere subito a disposizione degli incentivi. A noi consentirebbe di continuare la discussione sugli ammortizzatori con una popolazione aziendale ridotta”.
All’uscita dalla trattativa, ai due sindacalisti è rimasta una forte amarezza: “Sembra quasi” concludono Errico e Occioni “che mentre trattiamo la chiusura, l’azienda pensi solo a produrre per fare magazzino e ad evadere gli ordini. Vista la distanza delle posizioni non abbiamo altra scelta che chiedere un’audizione in Regione per esporre le nostre ragioni”.
Nella foto, i lavoratori di Trèves Italia al corteo del Primo maggio a Bergamo.