Per la Festa dei lavoratori di quest'anno, ecco di seguito le considerazioni che Marco Toscano, segretario generale della CGIL provinciale, ha scritto per le pagine online della testata Bergamonews.
“Il Primo maggio di quest’anno è dedicato all’Europa. Concentrandosi sul tema del lavoro, la sfida maggiore che l’Unione sta attraversando è quella della doppia transizione, ecologica e digitale. Sappiamo che entrambe non rappresentano più solo un’opportunità, ma sono ormai una necessità. È infatti necessario approdare in tempi rapidi a produzioni che riducano il più possibile l’impatto climatico, favorendo il risparmio energetico e puntando sempre più a un modello di economia circolare. È altrettanto importante evolvere verso un lavoro in cui la tecnologia giochi un ruolo di primo piano nel garantire la tutela della salute e sicurezza delle persone, rendendo il lavoro meno usurante. Va inoltre da sé che le due transizioni si intrecciano profondamente ed entrambe sono la via per creare posti di lavoro stabile e di ‘qualità’, fondato sul continuo aggiornamento delle competenze”.
“Secondo l’OCSE circa il 60% delle lavoratrici e lavoratori guardano all’IA, con apprensione, temendo possa sottrarre posti di lavoro. Un timore che non può essere ignorato e che anzi deve essere compreso e al quale è necessario dare subito una risposta, considerando peraltro che una uguale percentuale di lavoratori che già usano l’IA, sottolinea il miglioramento della qualità del proprio lavoro. La formazione permanente dovrà configurarsi sempre più non solo come un’opportunità ma come un vero e proprio diritto. Tutti i settori lavorativi – dalla manifattura ai servizi, dal turismo al lavoro di cura- saranno interessati dall’ingresso dell’IA, quindi in un’ottica di co-operazione uomo-macchina le competenze di lavoratrici e lavoratori dovranno sempre essere aggiornate. A fianco del tema della formazione, l’ingresso dell’IA ne pone altri. Tra questi, la redistribuzione della maggiore ricchezza prodotta. Se infatti è chiaro che l’IA artificiale genererà valore economico, aumentando la produttività, è necessario che una parte del valore aggiunto generato sia redistribuito sui lavoratori. La UE è quindi chiamata a intervenire disegnando una cornice normativa e regolatoria dentro cui possa svilupparsi un dialogo sociale che risponda ai bisogni di nuovi diritti e tutele per le lavoratrici e i lavoratori”.
“Guardando invece all’Italia non possiamo, in occasione del Primo maggio, ricordare l’emergenza legata alla sicurezza sul lavoro. Il 2023 si è chiuso nel nostro Paese con circa 585 mila denunce di infortuni, più di mille morti sul lavoro, quasi 73 mila denunce di malattia professionale. L’inizio del 2024 non è stato affatto migliore. Abbiamo tutti negli occhi quanto accaduto a Firenze e a Suviana. I dati dell’INAIL relativi ai primi due mesi dell’anno parlano di 119 morti bianche. A Bergamo nei primi due mesi dell’anno le denunce di infortunio sono in aumento rispetto allo stesso periodo del 2023, superando le 2.000. I casi mortali sono stati tre. È necessario un cambio di passo, partendo dal rafforzamento e dalla valorizzazione del personale ispettivo, dall’intensificazione dei controlli, da una formazione che sia sempre efficace e non vissuta come adempimento burocratico. Si fa sicurezza anche mettendo un freno ai subappalti a cascata dentro i quali, troppe volte, assistiamo a una spirale al ribasso delle condizioni di lavoro. Si fa sicurezza estendendo a tutti i settori la patente a punti, rendendola un sistema di qualificazione all’ingresso e prevedendo provvedimenti seri e incisivi per recuperare i punti persi. La tutela della salute e sicurezza sul lavoro deve diventare la priorità di un’opinione pubblica diffusa, non è una battaglia ‘di parte’, ma di tutti”.
“Infine, la tutela dei salari. Il 2024 è un anno in cui i rinnovi contrattuali nazionali interesseranno circa 12 milioni di lavoratrici e lavoratori. L’inflazione degli ultimi due anni ha aggravato, in termini reali, la condizione salariale di milioni di famiglie nel nostro Paese. L’ISTAT stima che nel 2023 sia salita al 9,1 la percentuale di famiglie in povertà assoluta con persona di riferimento lavoratore/lavoratrice dipendente (era l’8,3 nel 2022). La difesa del salario passa, innanzitutto, dalla garanzia di rinnovi contrattuali puntuali. In questa prima parte dell’anno ce ne sono già stati di importanti, altri sono in corso. Resta però il problema dei contratti scaduti, anche da molti anni, e non ancora rinnovati. A ciò è necessario aggiungere una legge sulla rappresentanza per l’estensione erga omnes dei CCNL firmati dalle organizzazioni sindacali più rappresentative, contro ogni dumping contrattuale. La questione salariale non può essere affrontata attraverso bonus una tantum, né attraverso riforme fiscali che, nei fatti, smantellano il principio di progressività. La proposta di legge sul salario minimo, avanzata lo scorso anno dalle forze di opposizione, fissava un punto di partenza nella definizione del Trattamento Economico Minimo, sostenendo la contrattazione collettiva, ma il governo l’ha sostanzialmente svuotata. È stata un’occasione persa. Per la questione salariale e il sostegno alla contrattazione la CGIL continuerà a mobilitarsi”.