È il 1° marzo del 1944. Nell’Italia occupata dai nazifascisti inizia lo sciopero delle fabbriche nelle regioni del Nord. La mobilitazione durerà per una settimana. Anche in provincia di Bergamo si incrociano le braccia, si fermano la Dalmine, la Caproni e il canapificio di Fara d’Adda, rischiando moltissimo, la deportazione o la fucilazione. Si protesta per chiedere la fine della guerra, l’aumento dei salari e più cibo. Nelle settimane successive la repressione dei fascisti e dei tedeschi sarà terribile. Molte le operaie e gli operai arrestati e deportati in Germania, molti non torneranno più a casa.
A questo capitolo della storia del nostro territorio è dedicata una mostra virtuale dal titolo “1944, l’anno della svolta” che raccoglie testimonianze, immagini, voci, documenti e video di quell’anno speciale. Promossa da CGIL Lombardia e dall’Archivio del Lavoro insieme a diverse categorie sindacali, Camere del Lavoro delle province lombarde e archivi storici della Lombardia, l’esposizione ha visto la partecipazione anche della Biblioteca “Di Vittorio” della CGIL di Bergamo, dell’Isrec provinciale e della Fondazione Dalmine.
Qui il link alla mostra: https://lavoroeresistenzainlombardia.it/
Ampia parte dell’esposizione online è dedicata alle vicende avvenute a Bergamo. Segnaliamo qui la sezione dedicata alla nostra provincia:
https://lavoroeresistenzainlombardia.it/gli-scioperi-in-lombardia/gli-scioperi-del-1944-nella-bergamasca/
https://lavoroeresistenzainlombardia.it/documenti/
“Gli scioperi del marzo 1944 hanno rappresentato una tappa fondamentale nella storia della Resistenza italiana. Come CGIL provinciale abbiamo avviato lo scorso gennaio un lavoro di ricerca su quegli avvenimenti insieme all’Isrec e alla Fondazione Dalmine” ha spiegato questa mattina Mara D’Arcangelo, responsabile della Biblioteca “Di Vittorio” della CGIL di Bergamo. “Il contributo che abbiamo fornito alla mostra è composto principalmente da volantini clandestini che nella maggior parte dei casi incitavano a scioperare, e che spesso erano letteralmente lanciati nelle fabbriche, perché per ragioni di sicurezza e censura non si potevano consegnare ai cancelli, nelle mani dei lavoratori. Abbiamo trovato anche volantini che mutuavano la medesima grafica e lo stesso registro linguistico della stampa clandestina, ma che di fatto erano invece di provenienza e di messaggio nazifascista. Il percorso di ricerca è stato svolto prima a livello bibliografico, per capire dove cercare i materiali nell’archivio Isrec. Abbiamo successivamente passato al vaglio le carte dell’archivio, in particolare il fondo Roberto Petrolini, sempre in Isrec”.
Fra i contributi audio, c’è anche l’intervista di Angelo Bendotti al bergamasco Ernesto Frigerio, operaio della Dalmine e appartenente al Partito d’Azione, che nel 1977 raccontava gli scioperi in fabbrica del ‘44: https://lavoroeresistenzainlombardia.it/fonti-orali/ (A seguire nella pagina, le testimonianze scritte dei lavoratori della Dalmine Albino Previtali e Pietro Sottocornola).