Il sistema previdenziale è un pilastro fondamentale del tessuto sociale ed economico di ciascun Paese. In Italia interessa direttamente quasi un quarto della popolazione, costituendone la principale fonte di reddito (gli over 65 anni nel 2023 erano 14.181.297). Riguarda, però, anche e soprattutto il futuro dei giovani. Lo SPI-CGIL di Bergamo, dati alla mano, mette ora in luce gli aspetti specifici che caratterizzano le pensioni dei residenti del territorio provinciale, ponendole a confronto con quelle percepite dagli altri pensionati in Lombardia e nel resto del Paese.
“Il sistema pensionistico italiano ha dimensioni economiche rilevantissime, ha bisogno di equilibri che siano sostenibili, soprattutto in virtù dell’aumento delle persone anziane rispetto a quelle che si trovano nella cosiddetta base produttiva e che versano i contributi” avvia il suo ragionamento Augusta Passera, segretario generale dello SPI-CGIL di Bergamo. “Quando si parla di equilibrio del sistema, oggettivamente necessario, non si possono però dimenticare gli interventi volti a ridurre l’importo dei trattamenti pensionistici e ad allungare l’età di uscita dal mondo del lavoro, spesso imposti con segni di iniquità che il sindacato ha contestato puntualmente. Nell’ultima Legge di Bilancio si è dato un ulteriore colpo al meccanismo di rivalutazione, si sono allungate le finestre per l’accesso alla pensione, si sono strette le maglie per le opzioni di maggior favore per le donne…, alla faccia delle promesse elettorali e populiste di cancellare la Fornero. Anche per questo è utile gettare uno sguardo sulla situazione della nostra provincia”.
“Bergamo, nel panorama delle 12 province lombarde, è undicesima (dopo di noi solo Lecco) per numero di assegni sociali ogni 1.000 anziani, a testimonianza di lunghe carriere lavorative, nel senso che si cominciava, generalmente, a lavorare fin dalla giovane età” prosegue Passera. “È nona per pensioni ogni 1.000 anziani (dopo di noi Lodi, Sondrio e Brescia) anche se il dato, visto l’ordine di grandezza, è in linea con il resto delle province, a parte il picco di Lecco, altrimenti non si giustificherebbe quello precedente. È poi ottava per importo medio delle pensioni degli over 65 anni (dopo di noi Como, Brescia, Mantova, Sondrio) a testimonianza di carriere lavorative non certamente ricche, come nel tessile manifatturiero”.
“E ancora, Bergamo è decima per numero di assegni di accompagnamento ogni 1.000 abitanti (dopo di noi Brescia e Milano) e questo è relativamente un buon segnale se si pensa al fenomeno della non autosufficienza” aggiunge la sindacalista. “Si posiziona al settimo posto per numero di reversibilità anziani (dopo di noi Milano, Como, Lecco, Brescia, Monza), e al sesto per importo medio delle reversibilità per gli anziani (dopo di noi Cremona, Pavia, Brescia, Como, Mantova e Sondrio), come pure è al sesto, a pari merito con Lecco, per la percentuale di pensioni inferiori a 1.000 euro sul totale trattamenti (meglio di noi, cioè con percentuali più basse, Milano Monza, Lodi, Varese e Cremona)”.
(Fonte INPS, elaborazione Ufficio Studi CGIL Bergamo)
(Fonte INPS, elaborazione Ufficio Studi CGIL Bergamo)
“Per quanto riguarda il gap di genere, vale a dire la differenza dell’importo della pensione tra una donna ed un uomo, Bergamo fa registrare un dato molto basso (prima di noi solo Lecco), con un rapporto del 52,9%; la pensione media di una donna ammonta (al netto delle reversibilità) a 991,6 euro mentre quella di un uomo a 1.873,6 euro. Brescia è al 57%, Milano al 59,8%, Mantova al 60,7%, Pavia al 60,5%” prosegue la segretaria SPI-CGIL provinciale. “Insomma un quadro non certamente roseo, considerati gli indicatori economici e produttivi della bergamasca, che sollecita ancora di più l’attenzione per la salvaguardia delle condizioni economiche, oltre a quelle socio-sanitarie, della popolazione anziana tutta e della nostra provincia in particolare”.
NB: Con il termine “pensioni” si intendono le pensioni anticipate e di vecchiaia mentre sono esclusi assegni sociali, reversibilità, accompagnamenti, invalidità: nei dati che riguardano le pensioni sotto i 1000 euro si fa riferimento solamente a quelle private.