Per alzare i salari, per estendere i diritti e per contrastare una legge di bilancio che non ferma il drammatico impoverimento di lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati e non offre futuro ai giovani.
Non c’è alcuna risposta all’emergenza salariale: hanno annunciato “100 euro in più nelle buste paga”, ma si limitano a confermare quelle in essere, già falcidiate – in media del 17% – da un’inflazione da profitti e speculazione.
Hanno detto di “rilanciare la contrattazione collettiva”, ma non stanziano le risorse necessarie a rinnovare i contratti del pubblico impiego e a sostenere e detassare i rinnovi nei settori privati.
Hanno dichiarato di voler incrementare la spesa sanitaria, ma continuano a indebolire il servizio sanitario nazionale spingendo cittadini e personale verso la sanità privata.
Tagliano le risorse alla scuola pubblica, alle politiche sociali (casa, affitti, bollette, povertà), alla disabilità e non mettono nulla per la non autosufficienza e sul trasporto pubblico locale.
Avevano promesso di “cancellare la legge Fornero” e invece la confermano e la peggiorano: restringendo le già limitate misure di flessibilità in uscita (Quota 103, Opzione donna, Ape sociale); tagliando i futuri assegni dei pubblici e la rivalutazione delle pensioni in essere; e di fatto stabilendo – dal 2024 – le uscite per tutti con i 67 anni di vecchiaia, i 42 anni e 10 mesi di anticipata (uno in meno per le lavoratrici) e i 71 anni per giovani e donne nel sistema contributivo.
Non fanno nulla per il lavoro stabile e di qualità e non intervengono contro la precarietà, anzi: reintroducono i voucher e liberalizzano il lavoro a termine.
Nessun investimento concreto per migliorare la vita e il lavoro delle donne: solo propaganda patriarcale e regressiva.
Portano avanti una riforma fiscale che – a parità di reddito – tassa di più i salari e le pensioni dei profitti, delle rendite finanziarie e immobiliari, del lavoro autonomo benestante, dei grandi patrimoni e dei redditi alti e altissimi.
Non tassano gli extraprofitti e incentivano un’evasione fiscale che, ogni anno, sottrae 100 miliardi di euro alle politiche sociali e di sviluppo del paese.
Non investono in salute e sicurezza, nonostante la strage che si consuma ogni giorno nei luoghi di lavoro.
Non ci sono politiche industriali e di investimento in grado di creare lavoro buono e ben retribuito soprattutto per i giovani; dare risposte a lavoratrici e lavoratori coinvolti nelle tante crisi aziendali aperte a cui il governo non dà soluzioni; e governare la transizione ambientale, digitale ed energetica: si continua con gli incentivi a pioggia alle imprese e si rilanciano le privatizzazioni.
Tagliano gli investimenti pubblici e sulle infrastrutture, dimenticano il Mezzogiorno.
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Venerdì 24 novembre
8 ore o l’intero turno di sciopero per tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori delle Regioni del Nord
A Bergamo manifestazione e presidio
ore 9.30 | concentramento in piazza Pontida
ore 10 | partenza del corteo
ore 10.45 | presidio di fronte alla Prefettura di Bergamo
e intervento conclusivo di Pino Gesmundo, segretario nazionale CGIL
Venerdì 17 novembre
8 ore o intero turno di sciopero per tutte le lavoratrici e i lavoratori delle categorie del trasporto, di tutto il pubblico impiego, della scuola, delle poste, delle cooperative sociali, della sanità, dell'igiene ambientale e delle case di riposo
Presidio di fronte al Palazzo di Regione Lombardia, angolo via Galvani dalle ore 10
SCARICA:
- Volantino sciopero e manifestazione
- Famiglia. Nonostante la retorica sulla natalità, le misure previste dal Governo riguarderanno un numero molto ristretto di nuclei famigliari
- Sanità. Dopo anni di difficoltà per ospedali e servizi sul territorio oggi non si risolve alcun problema. La legge di bilancio aggrava solo la situazione
- Retribuzioni. Manca un sostegno stabile al reddito di lavoratori e lavoratrici
- Pensioni. Nonostante gli slogan e le promesse il Governo peggiora la legge Monti-Fornero