Sono parole piene di soddisfazione quelle che accompagnano l’annuncio della firma, questa settimana, del cosiddetto contratto decentrato in ATS Bergamo, cioè l’integrativo aziendale. L’intesa permette di applicare tutte le opportunità previste dal Contratto Collettivo Nazionale della Sanità Pubblica del novembre del 2022, che demandava diverse materie alla contrattazione integrativa e che ha profondamente cambiato il sistema di inquadramento professionale.
“È un grande risultato, che le lavoratrici e i lavoratori dell’agenzia attendevano da molti anni”, ha detto Francesco Villa, lavoratore di ATS, coordinatore della RSU e delegato della FP-CGIL di Bergamo, commentando la firma raggiunta lunedì 23 ottobre tra ATS Bergamo, RSU e FP-CGIL.
Ricordiamo che al lavoro per ATS Bergamo ci sono circa 400 persone (considerando i soli dipendenti del cosiddetto comparto, esclusa la dirigenza, dato 2022).
"Durante l'ultimo anno i delegati della RSU hanno lavorato per formulare una proposta che coinvolgesse la collettività del personale cercando di sfruttare al massimo le opportunità messe a disposizione dal Contratto nazionale dello scorso anno” prosegue Villa. “Negli ultimi mesi siamo riusciti ad aprire un dialogo importante con l'amministrazione, giungendo alla sottoscrizione dell'accordo”.
“Abbiamo sfruttato le risorse residue dei fondi degli anni precedenti per alimentare e incrementare per una platea più ampia di lavoratori il cosiddetto ‘incarico base’, un nuovo importo previsto e assegnato dal CCNL” ha proseguito il sindacalista FP-CGIL. “Per tutti i dipendenti inquadrati nell’area dei professionisti della salute, l’’incarico base’ aumenta automaticamente passando dagli attuali 1.000 euro (da CCNL) ai 1.300 euro all’anno, cioè il massimo previsto contrattualmente, con decorrenza dal primo gennaio prossimo. Per i dipendenti inquadrati nell’area degli operatori e degli assistenti (con 15 anni di inquadramento nella categoria di appartenenza), per i quali invece non era automaticamente previsto, verrà attribuito un importo di 930 euro all’anno per i primi e di 730 per i secondi”.
A novembre 2023 verrà anche pubblicato un bando che darà la possibilità ai dipendenti che ne avranno diritto di partecipare a una selezione valutativa basata sull’anzianità di servizio e sulla valutazione del curriculum formativo e professionale. Sarà, dunque, prevista una serie di passaggi di categoria.
L’accordo interviene anche nel merito delle progressioni economiche all’interno delle singole aree, con la sottoscrizione del regolamento per i differenziali economici di professionalità (DEP, una sorta di sistema di scatti di anzianità per il settore pubblico). “I lavoratori aventi diritto sono i dipendenti che non hanno beneficiato di un passaggio di fascia negli anni 2020, 2021 e 2022. Sul totale, il passaggio al livello economico successivo sarà attribuito al 50% del personale” spiega Villa. “Non sarà necessario presentare alcuna domanda, la valutazione - basata sull’anzianità di servizio e sulla prestazione dell’apporto individuale negli ultimi tre anni in merito agli obiettivi della produttività collettiva - verrà svolta automaticamente dall’amministrazione”.
Nell’ambito dell’intesa è stato, infine, sottoscritto l’accordo per il regolamento degli incarichi di funzione e professionali del comparto. La RSU ha contrattato, come da CCNL, il fondo da destinare agli incarichi (decisi dall’amministrazione) che ammonta a 308.000 euro.