“Di fronte a una delle peggiori tragedie di migranti nel Mediterraneo quella che proviamo è una sensazione di annichilimento. E poi di rabbia, perché l’ennesimo drammatico naufragio, questa volta di un peschereccio in prossimità delle coste greche, per un’intera giornata avrebbe potuto essere evitato”. Lo ha detto venerdì 16 giugno Annalisa Colombo, responsabile dell’Ufficio Migranti CGIL di Bergamo e parte della segreteria provinciale della Camera del Lavoro.
“Settecento persone, tra cui molte donne e molti bambini, per lo più stipati nella stiva e finanche nel vano motore. Sono trascorsi pochi giorni dalla stipula del Patto UE che l’Italia ha vantato come un grande risultato, impegno condito dalla solita retorica a sostegno di un racconto che non considera le cause che portano tante persone a migrare ma utilizza ingenti risorse per la chiusura e l’esternalizzazione delle frontiere, facendo accordi con Paesi che non si fanno scrupolo di trattenere le persone in condizioni atroci, in perenne violazione dei diritti umani fondamentali. È paradossale, ed è successo anche questa volta, assistere alla profusione di mezzi e risorse per la ricerca dei sopravvissuti quando, dopo l’avvistamento del barcone, non si era fatto nulla per il soccorso e la messa in sicurezza delle persone. I morti, per qualcuno, creano meno problemi dei vivi”.
“Continuiamo a confidare che questo atteggiamento ipocrita possa lasciare spazio a scelte politiche più coraggiose, che prevalgano intelligenza e buon senso, che si arrivi a pensare ad un Piano europeo che istituisca canali di accesso legali e sicuri e crei le condizioni per un’accoglienza degna di questo nome” ha concluso Colombo.