Notizie

Il miraggio della Partita Iva vantaggiosa. NIDIL-CGIL: “Dipendenti spinti a dimettersi con promessa ingannevole del regime forfettario del 15%”

Tempo di lettura: 2 - 4 minuti

Per convincerli a rassegnare le dimissioni c’è persino chi li accompagna dal commercialista. È capitato a un lavoratore padre di due figli, dipendente a tempo indeterminato di una ditta di trasporti della provincia di Bergamo. Il datore di lavoro ha esercitato pressioni affinché si dimettesse, prospettandogli maggiori guadagni se avesse continuato a lavorare per la sua azienda con una Partita Iva a regime forfettario del 15%.

“Peccato che né il titolare né il commercialista coinvolto abbiano informato il lavoratore del fatto che non avesse i requisiti per accedere a quel regime fiscale agevolato e che non avrebbe potuto emettere fattura – come prevede la legge per quel regime al 15% - al precedente datore di lavoro. Avrebbe solo potuto ricorrere al regime ordinario, di sicuro meno vantaggioso per lui”, racconta Massimiliano Regazzoni di NIDIL-CGIL di Bergamo, responsabile dello Sportello Lavoro Autonomo e Parasubordinato della CGIL provinciale.

Non è un caso isolato. Negli ultimi mesi il sindacalista CGIL ha cominciato a vedere arrivare nell’ufficio di via Garibaldi lavoratori con regolari contratti stabili che chiedevano però informazioni sulla possibilità di aprire una Partita Iva: “La sensazione è che alcune aziende stiano spingendo i propri dipendenti (alcuni in forza anche da anni) ad approfittare del regime forfettario del 15%, con l’obiettivo di continuare a farli lavorare a minor costo”.

Il funzionario di NIDIL cita altri due casi recenti: quello di un lavoratore dipendente con contratto a tempo indeterminato di un’azienda specializzata nell’imballaggio industriale che, a fronte di pagamenti spesso erogati in ritardo, si è visto invitare a dare le dimissioni per poi continuare da autonomo.
“In un altro caso, un venditore con un buono stipendio, garantito anche dal proprio Contratto collettivo nazionale di riferimento, si è presentato da noi con la medesima richiesta, spiegando che l’azienda, di fronte a una contrazione del mercato, aveva cominciato a spingere verso l’ipotesi della Partita Iva”.

In tutte le occasioni, analizzate con attenzione e individualmente, NIDIL-CGIL ha sconsigliato vivamente di rassegnare le dimissioni: “È importante sapere che esistono cause di esclusione dal regime forfettario. Tra queste – come recita la legge - il caso di persone fisiche la cui attività sia esercitata prevalentemente nei confronti di datori di lavoro con i quali sono in corso rapporti di lavoro o erano intercorsi rapporti nei due precedenti periodi d’imposta ovvero nei confronti di soggetti direttamente o indirettamente riconducibili a tali titolari. Sono esclusi anche coloro che nell’anno precedente hanno percepito redditi di lavoro dipendente o assimilati di importo superiore a 30.000 euro”.

“Ai lavoratori che si rivolgono a noi, spesso di origine straniera, illustriamo anche ciò che perderebbero abbandonando un lavoro dipendente, cioè l’indennità di malattia, il TFR, la tredicesima ed eventuali mensilità aggiuntive, le ferie pagate, le maggiorazioni per i festivi e gli straordinari, i permessi retribuiti e non, la parte di contribuzione Inps in capo all’azienda. Questo a fronte di compensi onnicomprensivi che, a conti fatti, risultano nettamente inferiori se consideriamo la perdita di questi istituti. E in caso di crisi aziendale, naturalmente, niente Naspi” aggiunge Regazzoni. “Intravvediamo una tendenza rischiosa e ci chiediamo quanti siano i lavoratori a cui si promettono grandi guadagni e che non riusciamo a intercettare prima che comunichino le dimissioni. Invitiamo chi stia valutando una scelta del genere di venire prima da noi, per un confronto che può davvero evitare bruttissime sorprese”, conclude Regazzoni.

Due ottime occasioni per dialogare con NIDIL-CGIL e con lo sportello dedicato alla Partita Iva sono le due assemblee online in programma per giovedì 4 maggio alle ore 20.30, poi di nuovo martedì 9 maggio alle ore 13.15. Si parlerà di tutela della salute, welfare, equo compenso, ammortizzatori sociali, diritto alla formazione continua e riforma previdenziale.

Il progetto dello Sportello Lavoro Autonomo e Parasubordinato della CGIL provinciale è stato avviato nel luglio 2022 per tutelare lavoratori che spesso si trovano con bassi compensi e senza alcun diritto. “Se fosse in vigore la Carta dei diritti universali del lavoro della CGIL tutti godremmo delle medesime tutele, indipendentemente dalla tipologia di contratto. Il nostro obiettivo è proprio questo: garantire una base di diritti uguali per tutti in termini di retribuzione dignitosa, malattia, infortunio, pensione” conclude Regazzoni. Lui stesso sa bene di cosa parla: sulle spalle ha un’esperienza di Partita Iva lunga 28 anni.

Per partecipare alle assemblee o avere informazioni:

Via Garibaldi, 3 - 24122 Bergamo (BG)

SOCIAL

LINK

Cerca