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XII congresso della FP-CGIL di Bergamo, Roberto Rossi si conferma alla guida del sindacato provinciale del pubblico impiego

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Prosegue l’intensa settimana di appuntamenti congressuali di categoria della CGIL di Bergamo. Si è concluso nel tardo pomeriggio di martedì 13 dicembre il XII congresso della FP-CGIL provinciale, il sindacato che tutela i dipendenti di tutto il pubblico impiego.

Al temine dei lavori, svolti nell’Auditorium Sant’Alessandro di via Garibaldi a Bergamo, è stato rieletto all’unanimità alla carica di segretario generale Roberto Rossi. Nato a Bergamo nel marzo del 1977, è stato operaio alla Plati spa di Madone e alla Zanussi di Valbrembo, dove è diventato rappresentante sindacale per la sicurezza FIOM. Poi ha lavorato nell'ufficio del personale del gruppo Percassi. Dopo un periodo nel dipartimento artigiani della CGIL, Rossi è passato alla FILCAMS, la categoria del commercio e dei servizi. È stato anche il componente più giovane della segreteria provinciale della CGIL, di cui ha fatto parte dal novembre 2008 al 2010. Da quell’anno ha lavorato in Funzione Pubblica occupandosi di cooperative sociali e agenzie fiscali, di sanità pubblica a privata. Nel dicembre 2016, poi una seconda volta nell’ottobre 2018 è stato eletto leader della FP-CGIL di Bergamo.

Insieme ai tanti delegati dei diversi comparti che compongono la categoria, hanno partecipato a questo congresso anche Florindo Oliverio, segretario nazionale FP-CGIL, e Gianni Peracchi, leader della CGIL provinciale.
A novembre si erano svolte 111 assemblee nei posti di lavoro del pubblico impiego di tutta la provincia, coinvolgendo buona parte degli iscritti. La maggioranza (circa il 99%) ha appoggiato il documento “Il lavoro crea il futuro” che vede come primo firmatario l’attuale segretario generale nazionale della CGIL Maurizio Landini, oltre ad altri dirigenti nazionali - tra cui la segretaria generale della FP-CGIL Serena Sorrentino.

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Dal confronto che si è aperto nelle assemblee “ciò che è emerso in modo preponderante è la preoccupazione verso una situazione di crisi eccezionale” ha riferito Rossi durante la sua relazione di ieri pomeriggio. “Nei quattro anni che ci separano dall’ultimo congresso sono accaduti eventi che probabilmente nessuno di noi avrebbe mai potuto prevedere: una pandemia di livello globale e una guerra nel cuore dell’Europa. A proposito della pandemia potremmo dire molto, considerando che il nostro territorio è stato tra i più colpiti, e la nostra categoria, a partire dal settore sanitario e socio-assistenziale, è stata probabilmente quella che più ha vissuto da vicino quei drammatici momenti, dagli ospedali alle case di riposo, sino alle singole abitazioni dove le operatrici e gli operatori dei SAD hanno continuato a recarsi, nonostante fossero pressoché ignorate da ATS, Regione e legislatore. La FP-CGIL, in particolare la nostra categoria territoriale, ha provato a dare voce a tutte queste istanze, al dolore e alla preoccupazione delle lavoratrici e dei lavoratori che rappresentiamo. Lo abbiamo fatto contrattando, denunciando, e anche semplicemente ascoltando coloro che spesso ci chiamavano per raccontare ciò che stava accedendo nei loro posti di lavoro. La nostra categoria c’è stata e non si è mai sottratta al suo ruolo di rappresentanza e di presenza. Abbiamo promosso ricorsi al Tribunale del Lavoro per veder riconosciuto il diritto del personale di ATS Bergamo ad avere una corretta gestione delle tutele di salute e sicurezza sui propri luoghi di lavoro. Abbiamo promosso quella causa perché proprio l’azienda deputata a garantire e tutelare salute e sicurezza nei luoghi di lavoro non l’ha fatto per il proprio personale”.
“La pandemia ha mostrato quanto sbagliate siano state le scelte di Regione Lombardia in tema di contrasto all’emergenza sanitaria: sottovalutazione del rischio clinico, carenza di dispositivi di sicurezza e gestione del personale sanitario esattamente come si sarebbe fatto durante un classico conflitto medioevale, ‘Avanti in prima linea e tenere la posizione, succeda quel che succeda’” ha proseguito Rossi. “Mi auguro che i cittadini lombardi ricordino almeno un poco quanto capitato in quell’anno, quanto meno quando si potranno recare alle urne per il rinnovo del consiglio regionale, nel prossimo mese di febbraio”.
I dipendenti pubblici, ha poi sottolineato Rossi, sono direttamente interessati da quella che sarà la prossima Legge di Bilancio per l’anno 2023. “Il recente rinnovo contrattuale dei contratti pubblici ha visto la firma di CCNL già scaduti a fine 2021. Il prossimo rinnovo sarà possibile solo se nelle manovre per gli anni 2022, 2023 e 2024 ci saranno le risorse economiche adeguate. Ebbene, nella bozza di Legge di Bilancio per il 2023 non c’è nessuna traccia delle risorse per il rinnovo dei contratti pubblici. Si torna quindi così a scelte politiche che fanno ancora una volta pesare i tagli alla spesa su questi dipendenti”.
“Occorre invece cambiare passo tramite risorse adeguate, stipendi in linea con quelli degli altri paesi dell’unione Europea, così da rendere questi posti di lavoro maggiormente attrattivi, e incrementare il personale mediante assunzioni stabili: solo così sarà possibile lavorare davvero al contenimento delle diseguaglianze sociali ed economiche” ha aggiunto Rossi. “Senza una buona efficienza dei servizi pubblici si abbandonano soprattutto i cittadini che più hanno bisogno di aiuto. Il tema dei rinnovi dei contratti nazionali riguarda non solo il settore pubblico, ma tutta la nostra categoria. Dopo la stagione di rinnovi che dal 2019 ha interessato in qualche modo quasi tutti i settori rappresentati dalla FP di Bergamo, è giunto ora il tempo di un’altra tornata contrattuale, in quanto tutti i nostri CCNL sono già scaduti (alcuni già al momento della sottoscrizione)”.

Via Garibaldi, 3 - 24122 Bergamo (BG)

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