È tempo di risparmio energetico così il Comune di Alzano mette da parte 10.000 euro grazie al taglio dei buoni pasto dei propri dipendenti. Accade dopo che i lavoratori hanno dovuto accettare il piano comunale per ridurre la spesa energetica con una rimodulazione dell’orario. I rappresentanti di FP-CGIL, CISL-FP e UIL-FPL e le RSU denunciano la decisione dell’amministrazione comunale della Valle Seriana che, dietro a misure che dovevano contrastare il caro bollette, finisce per sottrarre soldi dei lavoratori.
“I Comuni di Milano e Bergamo ottimizzano le aperture degli uffici grazie al lavoro agile, altri invece usano la crisi come pretesto per tagliare i buoni pasto ai dipendenti”, dichiarano Paolo Agape di FP-CGIL, Fabio D’Aniello di CISL-FP e Antonio Montanino di UIL-FPL che hanno seguito la trattativa con l’ente.
Durante l’incontro del 24 ottobre convocato per discutere delle misure di risparmio energetico in vista dell’inverno, il Segretario Generale del Comune di Alzano aveva annunciato una modifica dell’orario di lavoro a partire dal 2 novembre, con una riduzione del servizio nelle ore pomeridiane. “A conti fatti, però, lo spegnimento degli impianti riguarderebbe appena 4 ore settimanali. Il vero risparmio deriva in realtà dalla mancata erogazione dei buoni pasto che arriverebbe a circa 10.000 euro annui”, aggiungono i sindacalisti.
“Cosa ancor più assurda, pur dichiarando di volere adottare politiche per coinvolgere attivamente i lavoratori nelle misure di risparmio energetico, l’amministrazione ha deciso di non destinare in alcun modo tali risorse a favore del personale”. Un fatto gravissimo, secondo la RSU e le organizzazioni sindacali, se si considera anche “l’ormai strutturale situazione di carenza di personale all’interno dell’ente, causa di eccessivi carichi di lavoro da diversi anni a questa parte”.
Una situazione parzialmente analoga si verifica nel Comune di Albino dove al termine del confronto è emerso che “anche in questo caso, i risparmi derivanti dalla mancata erogazione dei buoni pasto non saranno destinati ai dipendenti per l’anno corrente, mentre per il 2023 si spera nel ripristino della situazione previgente”.