La nota di aggiornamento diffusa dall’Osservatorio della Provincia di Bergamo sull’andamento del mercato del lavoro nel terzo trimestre conferma e amplifica sia le tendenze positive che quelle negative evidenziate nelle note dei trimestri precedenti.
Infatti, il numero delle assunzioni non solo aumenta, ma supera quello pre-COVID: le 14.637 assunzioni di settembre sono il valore più alto da gennaio 2019 e l’aumento è generalizzato in tutti i settori produttivi e “con una ripresa consistente degli avviamenti di donne e giovani, i più penalizzati dalla crisi dell’anno scorso”.
Ma anche le criticità sono confermate: netta prevalenza dei rapporti di lavoro precari, a partire dalla somministrazione, e conseguente bilancio negativo per il lavoro a tempo indeterminato.
Una conferma anche per le difficoltà da parte delle aziende a reperire personale professionalizzato, difficoltà che registra 4 punti percentuali in più rispetto all’inizio dell’anno.
È su quest’ultimo punto che ci aspettiamo dal prossimo nuovo gruppo dirigente della Provincia atti concreti per potenziare la formazione professionale nei suoi vari livelli (diritto-dovere, qualifica, post qualifica, post diploma e formazione continua), anche utilizzando al meglio il nutrito gruppo, in arrivo, di addetti ai centri per l’impiego.
Infine, il Rapporto riporta anche una tabella, comune per comune, con la differenza, nelle assunzioni, per localizzazione delle sede operativa aziendale e domicilio del lavoratore. I valori col segno più sono poli attrattivi che assumono oltre il numero dei propri residenti che lavorano in altri comuni (è il caso di Bergamo, di Orio al Serio, Grassobbio, Curno …), mentre col segno meno i comuni nei quali prevale la mobilità per lavoro presso altre sedi. Una mappa interessante sia per individuare le zone più povere di lavoro, sia per dotarsi di migliori politiche per la mobilità e i trasporti pubblici.
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