A difesa degli investitori che si sono trovati alle prese con mancati avvisi di prescrizione e interessi non riconosciuti correttamente in fase di riscossione dei buoni fruttiferi postali, è impegnata da diverso tempo Federconsumatori, sia a livello nazionale che sul territorio di Bergamo.
A inizio novembre era arrivata la notizia della sanzione di 1,4 mln di euro comminata dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM) a Poste Italiane per la scorretta attività di collocamento e gestione dei buoni, e perché Poste ha omesso dettagli e ha fornito informazioni ingannevoli circa la prescrizione dei titoli emessi.
Ora c’è un’altra novità. Riguarda, questa volta, i buoni postali della serie “Q/P” per i quali Poste, al termine dei trenta anni di vita dell’investimento, riconosce al risparmiatore un importo pari alla metà di quanto promesso. Alcuni giorni fa la cancelleria della Corte di Strasburgo ha trasmesso una missiva con la quale dichiara alla legale di Federconsumatori Bergamo, l’avvocato Rita Persico, di aver portato all’esame della Corte il ricorso da lei presentato contro un’ordinanza resa dalla Corte di Cassazione.
Per capire cosa è accaduto facciamo, allora, un passo indietro: i buoni in questione sono stati emessi dopo il 1° luglio 1986 su moduli di precedenti serie per i quali Poste, in sede di sottoscrizione dell’investimento, ha omesso di modificare il modulo nella parte in cui riconosce i rendimenti per il periodo dal 21° al 30° anno. La sola modifica svolta attiene, infatti, ai rendimenti riferiti al primo ventennio: il modulo non riguarda l’ultimo decennio.
Nel febbraio 2022 la prima sezione civile della Corte di Cassazione ha avuto modo di esprimersi con quattro ordinanze aderendo alla tesi difensiva sostenuta da Poste, affermando che l’errore fosse una “mera imperfezione”. Due di queste quattro decisioni, oggetto di non poche perplessità secondo la successiva giurisprudenza di merito ed anche arbitrale, sono state impugnate di fronte alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Uno dei ricorsi è partito, appunto, da Bergamo.
“Si è dunque mosso un passo estremamente rilevante: il ricorso presentato dalla nostra legale ha superato il vaglio di ammissibilità della Corte e ora non resta che attendere gli sviluppi del procedimento e la risposta dello Stato italiano, chiamato a depositare le proprie osservazioni sul punto” spiega Christian Perria, presidente di Federconsumatori Bergamo. “La risposta dovrà necessariamente valutare la condotta tenuta da Poste nei confronti della fascia di risparmiatori più deboli, collegati a un investimento garantito proprio dallo Stato”.
Federconsumatori Bergamo invita, intanto, tutti i cittadini interessati da problemi relativi ai buoni fruttiferi postali a contattare il numero della propria sede 035.3594430 oppure a scrivere all’indirizzo .