Il sessismo nel mondo del lavoro e le difficoltà incontrate dalle donne nei mestieri che la società continua a rappresentare come esclusivamente maschili: ha deciso di indagare questi temi, la CGIL di Bergamo, in vista della Giornata Internazionale delle Donne di quest’anno.
Lo farà con una mostra che è molto più di una serie di belle ed eloquenti fotografie: da sabato 5 marzo il sindacato propone “Donna Faber”, esposizione fotografica che è l’esito di un progetto di sociologia visuale coordinato dalla sociologa Emanuela Abbatecola, e frutto della collaborazione tra il Laboratorio di Sociologia Visuale dell’Università di Genova e l’Associazione Culturale 36° Fotogramma.
Il progetto comprende ritratti ambientati di donne impiegate in lavori “da uomini” riprese nel loro contesto lavorativo, e una serie di interviste “sul campo”, di cui vengono proposti in mostra alcuni estratti, recitati sulle immagini.
La mostra, organizzata anche con la Biblioteca “Di Vittorio” della CGIL, sarà allestita nella Sala Manzù di via Camozzi/ passaggio via Sora a Bergamo. Sarà visitabile gratuitamente il giorno dell’inaugurazione, sabato 5, poi domenica 6 marzo, martedì 8, sabato 12 , domenica 13 marzo (dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18).
All’inaugurazione di sabato 5 marzo alle ore 17.00 parteciperanno:
- Emanuela Abbatecola, sociologa, professoressa associata e direttora di AG–AboutGender, International Journal on Gender Studies, docente di sociologia del lavoro presso il Disfor, Scuola di Scienze Sociali dell’Università di Genova
-Annalisa Colombo, responsabile delle politiche di genere nella segreteria provinciale della CGIL di Bergamo.
Sarà presente il curatore della mostra, Federico Montaldo, dell’Associazione Culturale 36° fotogramma–Circolo fotografico.
“Il sessismo è diventato sempre più impalpabile, sfuggente, difficile da dimostrare” scrivono gli ideatori della mostra. “Si percepisce, ma non si cattura; si sperimenta, ma spesso non si può denunciare. La marginalizzazione delle donne è certamente meno sfacciata e diffusa rispetto a solo quarant’anni fa, ma proprio per questo, forse, più pericolosa e insidiosa. Il sessismo permea anche il mondo del lavoro contemporaneo, mimetizzandosi silenziosamente entro mercati definiti da confini che rimangono invisibili al nostro sguardo, almeno fintantoché qualcuna – o qualcuno – sfida le regole (per scelta, caso o necessità) attraversandoli”.
“Cosa succede, dunque, alle donne che sfidano l’ordine simbolico valicando questi confini tanto invisibili quanto persistenti? Cosa significa essere donna in lavori che la società si ostina a pensare e a rappresentare come maschili? Alcune donne, straordinarie ai nostri occhi, hanno scelto di raccontarci la fatica, gli ostacoli, le tante (troppe) violenze, ma anche i sogni, l’orgoglio e la passione” scrive Emanuela Abbatecola. “L’hanno fatto con entusiasmo e generosità, regalandoci immagini, pensieri e parole che proveremo a condividere”.