Oltre cinquant’anni di lotte per la casa, e ancora molto su cui lavorare: il Sunia di Bergamo, il sindacato degli inquilini privati e degli assegnatari di edilizia pubblica della CGIL provinciale, dopo l’elezione di Ezio Acquaroli alla carica di nuovo segretario generale lo scorso 21 novembre, ha ora anche una nuova segreteria. Sono state elette all’unanimità, il 16 dicembre, Francesca Cambareri e Adelaide Ferrari, che si uniscono ad Angela Calvi e Carmen Carlessi, già presenti nel precedente organismo. Ai lavori, che si sono svolti nella sede del sindacato di via Garibaldi, era presente anche Roberto Rossi, segretario organizzativo della CGIL provinciale.
Della situazione abitativa a Bergamo e nella sua provincia, fra sfratti per morosità, difficoltà derivanti dalla carenza di politiche strutturali e nuove sfide poste dalla consistente riconversione di molte unità abitative in luoghi di accoglienza turistica, si è tornato a parlare durante i lavori per l'elezione. Nel suo intervento Ezio Acquaroli ha dichiarato: “Si sta determinando, con plastica evidenza, una ‘visione’ di città palesemente disequilibrata, concentrata da una parte su aree, per non dire interi quartieri (i borghi storici), affollate da B&B e affitti brevi, e dall’altra su vaste zone in cui le persone con meno disponibilità economica fanno e faranno fatica ad entrare in un’abitazione adeguata, da acquistare, o da avere in affitto”.
“Quello che osserviamo nell’attività di tutti giorni è la tendenza al mancato rinnovo dei contratti sia a canone libero che concordato, in conseguenza della diffusione, completamente deregolamentata, del fenomeno degli affitti brevi che genera alti introiti economici per i proprietari di casa. E questo accade in una provincia che in un anno ha visto il più alto differenziale di aumento di sfratti per morosità e finita locazione, prima tra le provincie di una regione prima tra le regioni del Paese”.
Sulla “visione” del futuro abitativo della città, Acquaroli ha evocato “il caso emblematico di Chorus Life, di cui di recente c’è stata l’inaugurazione, il cosiddetto smart district di Bergamo, enorme insediamento con attività commerciali, hotel di lusso, arena coperta per grandi eventi e appartamenti per la maggior parte bilocali e per la quasi totalità a canone libero, di certo non a buon mercato (si parla di una forbice tra i 1.500 e i 2.500 euro mese). Nei fatti un grande quartiere di lusso, circondato oltretutto da altri insediamenti abitativi, anche di recente costruzione, certamente, non per le tasche di tutti”.
“Dopo il suo invito a ‘salire sulla nave per visitarla, fruirla e viverla’, a Fabio Bosatelli, presidente di Polifin, la holding che controlla Gewiss, Costim, e Chorus Life, noi proponiamo di rimodulare la destinazione di alcuni appartamenti verso il canone agevolato e concordato, aumentare il numero per le assegnazioni al sociale, prevedere una quota per gli studenti universitari fuori sede (previsione di cui non abbiamo più sentito parlare). Se si vuole creare un luogo di aggregazione, di condivisione, anche tra generazioni, e si vuole fare un passo in questa direzione, allora facciamolo concretamente”.
“Se l’orientamento che si vuole dare alla Bergamo del futuro è quello di aree del centro destinate al turismo ‘mordi e fuggi’, di isole più o meno grandi per ricchi e di zone periferiche abitate dalle classi meno abbienti, ebbene questa non è la città che auspichiamo. Noi immaginiamo, invece, una Bergamo (non solo) della convivenza, ma della civile condivisione. Con una possibilità per tutti”.
Nella foto, da sinistra, Cambareri, Ferrari, Acquaroli, Carlessi e Calvi.