È il giorno dello sciopero generale nazionale che chiama tutto il mondo del lavoro a fermarsi, a incrociare le braccia, a protestare. E ad andare in piazza, come accaduto questa mattina, 29 novembre, a Bergamo e in altre quarantasei città d’Italia. Mentre i primi striscioni in testa al corteo avevano già oltrepassato l’ingresso del teatro Donizetti nel centro del capoluogo orobico, la coda si affacciava all’incrocio dei propilei in Porta Nuova.
Dai lavoratori delle fabbriche a quelli pubblici, dagli addetti del terziario a quelli dei servizi, dai giovani ai pensionati, le diverse categorie si sono organizzate per partecipare alla mobilitazione. Le ragioni della protesta si legano a doppio filo ai contenuti della Legge Finanziaria in discussione proprio in questi giorni in Parlamento, definita da CGIL e UIL “sbagliata e ingiusta”. Con questo sciopero si chiede di cambiarla, per aumentare salari e pensioni, per finanziare la sanità, l’istruzione e i servizi pubblici, ma anche per prevedere investimenti in politiche industriali e dell’abitare.
A Bergamo circa 4.000 lavoratori, pensionati, cittadini comuni hanno partecipato al corteo partito da piazza Pontida (una cinquantina di lavoratori dell’Università sono giunti da via dei Caniana e si sono uniti alla manifestazione principale) alle 10 e sfilato per le vie del centro, da largo Rezzara, a via XX Settembre, piazza Matteotti, passaggio Zeduri, via Tiraboschi, largo Porta Nuova, largo Gavazzeni, fino alla Prefettura di via Tasso. Lì alcuni lavoratori-delegati hanno preso la parola: per FIOM-CGIL Nicoletta Serina, per FLC-CGIL (scuola) Eugenio Bianchi, Andrea Giardina per FP-CGIL, poi per UILM-UIL Fedele De Vuono, per UILTrasporti Adriano Villa e per UILTEC-UIL Ivano Raimondi.
Nel frattempo, all’interno della Prefettura, Marco Toscano, segretario generale della CGIL di Bergamo, e Pasquale Papaianni, coordinatore provinciale della UIL di Bergamo, hanno incontrato la dottoressa Marisa Amabile, Capo di Gabinetto.
Sono giunti dalle diverse categorie sindacali i dati sulle adesioni d’inizio giornata in molti luoghi di lavoro (primo turno, nei reparti di produzione) tra i più rappresentativi del territorio provinciale presi a campione. Eccoli suddivisi per comparto:
Metalmeccanici (primo turno o giornata, in produzione)
Mazzucconi 90%
Evoca 80%
Brembo 75%
Exide 80%
Schneider Electric bassa tensione 85%
Funzione pubblica
Comune di Bergamo (asili nido), 2 aperti, 2 metà stanze aperte e l'altra metà chiuse, 2 nidi chiusi, in totale su 70 lavoratori scioperano in 42
ATS Bergamo, servizi farmaceutici 90%
Humanitas Castelli, ambulatori 100%
CDD Centro diurno disabili di Spirano e Verdello Coop Itaca rimasti chiusi
Endoscopia della Clinica San Marco, Iob di Zingonia chiuso
HPG23 servizio di terapia occupazionale chiuso
ASST Papa Giovanni XXIII presidio di Mozzo chiuso
Commercio e servizi (primo turno o giornata, in produzione)
Op Oasi (produzione Bonduelle) 70%, stessa percentuale riscontrata anche tra i somministrati
Leroy Merlin Curno 70%
Lidl Osio Sotto 80%
Eda servizi (appalti biblioteche di Bergamo) 55%
Work service (multiservizi ) appalto Euro Service di Ciserano 45 su 45 lavoratori, 100%
Carrefour Caravaggio 50%
Chimici, tessili, gomma-plastica (primo turno o giornata, in produzione)
Carvico 50%
Euro Pizzi 50%
Industria alimentare (primo turno e in produzione)
Sigmar 70%
Sanpellegrino 50%
Fine Foods 40%
Edilizia impianti fissi
Heidelberg Cements ex Italcementi di Calusco d'Adda 50%
Scuola
Università degli Studi di Bergamo, personale tecnico e amministrativo 40%
Cartotecnica
Neodecortech 55% (nell’unico reparto che non è in cassa ordinaria)