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Patriarcato ed esternazioni del ministro Valditara. La nota di Annalisa Colombo, CGIL di Bergamo

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A proposito delle dichiarazioni del ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara, in un controverso videomessaggio trasmesso nel corso della presentazione della Fondazione Giulia Cecchettin alla Camera dei deputati, interviene Annalisa Colombo, segretaria provinciale della CGIL di Bergamo e responsabile dell’Ufficio Migranti del sindacato di via Garibaldi.

“Il patriarcato non esisterebbe più, dunque, e le violenze sessuali sarebbero legate a forme di degrado che discendono dall’immigrazione illegale. Queste sono le gravissime affermazioni del ministro dell’Istruzione e del Merito in occasione della presentazione della Fondazione contro la violenza di genere in memoria di Giulia Cecchettin. Spiace dover far notare che il terribile femminicidio accaduto un anno fa è stato commesso da un ragazzo bianco, italiano e appartenente ad una famiglia per bene del Veneto ultra cattolico e che tutte le analisi evidenziano il verificarsi di questi tragici atti soprattutto all’interno delle famiglie o della cerchia amicale”.

“Ma cosa hanno fatto il ministro e il suo governo in questo lungo anno in cui, lo ricordiamo, sono stati commessi oltre 120 femminicidi?”, si chiede polemicamente Colombo. “Rafforzamento delle misure penali e nulla sulla prevenzione. Quanti gruppi di riflessione e autoconsapevolezza sono stati attivati nelle scuole con l’obiettivo di educare al rispetto per le donne? Il progetto, presentato con enfasi subito dopo gli stupri di Caivano e di Palermo, avrebbe dovuto partire già dallo scorso anno scolastico con il coinvolgimento di uno stuolo di psicologi, pedagogisti, giuristi, esperti vari, e prevedere l’adesione volontaria degli studenti. Quante risorse economiche sono state impegnate per favorire questi percorsi nelle scuole? L’unica cosa di cui si ha traccia è una circolare molto vaga che permetteva la ‘possibilità’ di attivazione. Tutto ciò mentre l’età dei ragazzi che agiscono violenza sulle donne si abbassa drammaticamente”.

Via Garibaldi, 3 - 24122 Bergamo (BG)

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