“Non chiediamo trattamenti di favore, ma l’adeguamento delle tariffe dei servizi sociali, utilizzando le modalità amministrative nel rispetto dell’equilibrio contrattuale tra le parti”: Confcooperative Bergamo, Legacoop Bergamo, Agci Bergamo, CGIL, CISL e UIL di Bergamo, a pochi giorni dalle elezioni amministrative, scrivono una lettera aperta ai primi cittadini già nel pieno delle loro funzioni puntando sul tema dei servizi sociali, educativi, assistenziali e di inserimento lavorativo che le realtà cooperative con i loro soci lavoratori e lavoratori svolgono quotidianamente.
La necessità di adeguare le tariffe segue il rinnovo del Contratto collettivo nazionale delle Cooperative Sociali e l’adozione delle Tabelle rispetto alle quali, nel decreto del ministero dei venerdì (DD 30 del 14 giugno 2024), si precisa: “Il costo medio orario del lavoro per i lavoratori occupati dalle cooperative del settore socio-sanitario assistenziale-educativo e di inserimento lavorativo è aggiornato con decorrenza dai mesi di febbraio 2024, ottobre 2024, gennaio 2025, settembre 2025, ottobre 2025 e gennaio 2026” (decreto dirigenziale 30 del 14 giugno 2024).
Nella lettera firmata da Omar Piazza, vicepresidente di Confcooperative Bergamo, Cinzia Sirtoli, referente per Agci Bergamo, Lodovico Patelli, coordinatore del comitato di Legacoop Bergamo, e dai tre segretari generali provinciali Marco Toscano per la CGIL, Francesco Corna per la CISL e Pasquale Papaianni della UIL si legge: “Ci rivolgiamo oggi a tutti voi per sostenere ancora una volta la richiesta di adeguamento delle tariffe, richiesta che in questi mesi solo parzialmente abbiamo visto accolta. A oggi solo una parte delle amministrazioni ha concluso l’iter per la revisione dei prezzi delle tariffe dei servizi e non sempre riconoscendo l’adeguamento previsto dagli aumenti del costo del Ccnl Cooperative Sociali. In alcuni casi abbiamo avuto evasive rassicurazioni, rimandi a un tempo successivo e perfino la messa in discussione della legittimità e della correttezza della richiesta di adeguamento dei costi”.
“Siamo consapevoli – si legge ancora - delle difficoltà di fare quadrare i conti con cui come amministratori siete costantemente chiamati a confrontarvi, ma non possiamo non evidenziare che l’insieme dei servizi di cui stiamo parlando ha a che fare con la cura di aspetti vitali delle persone, del loro diritto a vedere presi in carico molteplici e fondamentali bisogni. Che si tratti dell’accudimento di un bambino piccolo, dell’assistenza ai nostri anziani o della cura di una persona con disabilità, solo per fare alcuni esempi, è necessario mettere in campo una qualità di lavoro e un’attenzione elevatissima e sempre più complessa con il complicarsi della nostra società. È immaginabile che cura, competenza e attenzione vengano mantenuti se le condizioni di chi vi opera sono precarie e poco dignitose?”
Prosegue la lettera: “Riteniamo che garantire un lavoro dignitoso e riconosciuto a questi professionisti della cura sia, oltre che giusto, necessario per fare sì che il sistema di welfare nel nostro territorio mantenga i livelli di qualità ed eccellenza che negli anni ha saputo costruire. Per questo abbiamo rinnovato il Ccnl a livello nazionale e per questo lavoriamo nella dialettica territoriale per rendere di nuovo attrattivo il lavoro di cura. Ma il riconoscimento economico a chi lavora deve essere garantito da una corretta remunerazione dei soggetti dell'economia sociale che si fanno garanti di organizzare, promuovere e gestire, in accordo con le pubbliche amministrazioni, i servizi di welfare”.
“Ribadiamo quindi la richiesta di adeguamento delle tariffe dei servizi utilizzando le modalità amministrative congrue e i passaggi amministrativi corretti: non chiediamo trattamenti di favore, ma l’applicazione dello spirito delle norme in materia di contratti pubblici circa il mantenimento dell' equilibrio contrattuale tra le parti”.
L’estate è spesso il tempo in cui vengono emanate le nuove procedure per il rinnovo degli affidamenti dei servizi: centrali cooperative e sindacati hanno da tempo costituito un luogo di confronto e di monitoraggio delle procedure di affidamento, che con il nuovo assetto contrattuale confluisce nel sistema degli Osservatori previsti dal Ccnl. L’attività è svolta in raccordo con Prefettura e Ispettorato del Lavoro che perseguono la correttezza degli affidamenti e contrastano forme di opportunismo ai danni dei lavoratori, degli altri soggetti economici e non da ultimo delle comunità locali.
“Le prime procedure che ci sono state segnalate purtroppo non contenevano gli elementi economici necessari a garantire piena applicazione del Ccnl, favorendo quindi dinamiche di competizione al ribasso e agevolando soggetti, spesso non radicati nel territorio, che intendono fare dei servizi di cura un business a spese dei lavoratori e della qualità delle prestazioni. Anche in relazione ai nuovi affidamenti ribadiamo ancora una volta la piena disponibilità delle parti sociali a un confronto volto all’individuazione delle corrette soluzioni in materia di affidamento. Auspichiamo anzi che sia possibile costruire, in piena continuità con il ‘modello Bergamo’ che si è dimostrato da sempre vincente, luoghi di confronto volti a promuovere buoni affidamenti dei servizi premessa essenziale per avere buon riconoscimento del lavoro di cura e di conseguenza buona qualità del welfare locale”.