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Bedeschi di Lallio, da marzo produzione chiusa. FIOM-CGIL: "Da cinque anni rischio concreto, sempre ignorato dalla direzione"

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Dall’inizio di questo mese è chiuso definitivamente ed è in fase di dismissione il reparto di produzione della Bedeschi spa di Lallio (ex Ont), azienda metalmeccanica con sede legale nel padovano che opera nel settore della meccanica per la movimentazione di materiali sfusi, logistica dei container e laterizi e che in bergamasca produceva nastri trasportatori. Sono in cassa straordinaria a zero ore i 21 lavoratori dell’officina, mentre l’altra ventina di impiegati resta presente in azienda ma, come già annunciato dalla direzione, sarà trasferita in una nuova sede.

“Dal 2019, cioè dalla fase finale del perfezionamento dell’acquisizione della vecchia Ont da parte della Bedeschi, come FIOM-CGIL abbiamo ripetutamente evidenziato il pericolo concreto di dismissione corso dalla sede di Lallio” ha dichiarato Paola Guerini che per i metalmeccanici CGIL ha seguito nel recente passato le sorti dell’azienda. “In quegli anni – quando eravamo presenti in Ont – accesi erano stati i toni per la discussione del rinnovo del premio di risultato, perché la direzione già allora si era dimostrata sorda alle normali proposte sindacali. Con il Covid e successivamente con il conflitto ucraino (che, contrariamente a quanto ha riferito l’azienda in fase di esame congiunto al ministero, è iniziato a fine febbraio del 2022 e non nel 2021) si è complicata una situazione già da tempo compromessa. Il punto è che la direzione non è mai stata in grado di intervenire per salvaguardare i posti di lavoro dei propri dipendenti, o non ha mai voluto farlo”.

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Lo scorso ottobre era stato richiesto il ricorso alla cassa integrazione ordinaria per 13 settimane.
“Nelle comunicazioni di fine anno da parte aziendale ai lavoratori nulla lasciava presagire che il 2024 sarebbe cominciato con l’annuncio della chiusura della produzione” ha proseguito Guerini. “E invece è arrivata la notizia a cui è seguito, il 1° febbraio, uno sciopero di otto ore, l’unico fino ad ora organizzato dal sindacato che è all’interno della Bedeschi. Il 1° marzo, poi, un comunicato esposto in bacheca ha annunciato l’avvio di una cassa integrazione straordinaria per cessazione parziale di attività per 21 persone, a casa a zero ore, cassa non anticipata dall’azienda bensì erogata dall’Inps. È prevista fino a dicembre (cioè fino a quando questo strumento di ammortizzazione sociale è stato finanziato dal governo)”.

Al riguardo la scorsa settimana, venerdì 22 marzo, si è tenuto l’incontro per l’esame congiunto con il ministero del Lavoro. Anche Paola Guerini della FIOM-CGIL era presente, ma al termine del confronto – a differenza degli altri partecipanti – non ha firmato il verbale di accordo. Nel testo si legge che : “La Società si trova in una situazione di difficoltà, evidenziata dalle rilevanti perdite di bilancio negli esercizi 2021 e 2022, le cui cause sono da attribuirsi prevalentemente agli effetti del conflitto russo-ucraino, che hanno interessato anche l’esercizio del 2023. In questo contesto, la Società è giunta alla determinazione di cessare definitivamente l’attività di produzione meccanica svolta presso lo stabilimento di Lallio (BG), dedicata a tale settore. La chiusura non riguarderà invece l’attività di progettazione meccanica, vendite e acquisti che, nel corso del 2024, verrà trasferita presso altra sede”.

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“Finché la FIOM-CGIL è rimasta ai tavoli della trattativa ha sempre evidenziato i rischi e l’urgente necessità di azioni concrete a salvaguardia di posti di lavoro che ora appaiono irrimediabilmente persi” prosegue Guerini. “L’azienda si è limitata ad utilizzare lo strumento della cassa ordinaria prima e straordinaria ora – tra l’altro con pagamento diretto da parte dell’Inps, dunque non anticipandola – scaricando sui lavoratori e sulla collettività una gestione che non abbiamo mai condiviso e che oggi mostra il grave impatto sociale sempre temuto”.

“A ciò, in conclusione, si aggiunga anche la nostra sorpresa per il fatto che a fronte di una chiusura della produzione (e per gli uffici degli impiegati, vedremo…) siano state proclamate solo 8 ore di sciopero, escludendo così qualsiasi azione finalizzata ad ostacolare lo smantellamento che fin da inizio febbraio l’azienda aveva avviato e che ancora continua” conclude Guerini.

Via Garibaldi, 3 - 24122 Bergamo (BG)

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