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"Ci avete rotto le tasche". Da Bergamo una cinquantina di pensionati per la manifestazione SPI-CGIL a Roma

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Pensioni e fisco, ma anche sanità e legge sulla non autosufficienza: venerdì 15 dicembre i pensionati della CGIL tornano in piazza Santi Apostoli a Roma per una manifestazione nazionale contro le politiche messe in campo dal governo Meloni e per rilanciare le richieste del sindacato.
Da Bergamo, una cinquantina di pensionati e di sindacalisti partiranno alle 4.30 del mattino in bus per Milano da dove poi proseguiranno in treno verso la capitale.

L’iniziativa prenderà il via alle 9.30 con Gabriele Coen e Ziad Trabelsi, per un incontro di musica ebraica e araba all’insegna della pace. Seguiranno le testimonianze di delegati e delegate, poi dal palco si ascolterà anche la voce di una giovane donna contro la violenza di genere.
A concludere la manifestazione saranno gli interventi di Ivan Pedretti, segretario generale dello SPI CGIL, e di Maurizio Landini, segretario generale della CGIL.

“Si continua a fare cassa sui pensionati, peggiorando il meccanismo di perequazione definito lo scorso anno, che taglia anche pesantemente le rivalutazioni di tutti i trattamenti superiori a 4 volte quello minimo” ha commentato Augusta Passera, segretaria generale dello SPI-CGIL di Bergamo. “Il tema delle pensioni deve essere affrontato guardando all’equità del sistema con l’obiettivo di garantire trattamenti dignitosi oggi e in futuro. Si garantisca la piena tutela del potere d’acquisto delle pensioni in essere, se ne aumenti il valore in primis, e si allarghi la platea di pensionati a cui riconoscere la somma aggiuntiva cosiddetta ‘quattordicesima mensilità. La rivalutazione non è un regalo e nemmeno un privilegio per i pensionati ma è l’unico meccanismo che può salvaguardare almeno in parte il potere d’acquisto delle pensioni. Il 60% dei trattamenti pensionistici sono inferiori ai 1000 euro al mese, l’inflazione colpisce molto di più i redditi più bassi”.
Per chi in pensione non è ancora andato, “da tempo rivendichiamo nelle piattaforme unitarie l’approvazione di una vera riforma che superi la Legge Monti-Fornero introducendo la flessibilità in uscita da 62 anni di età o 41 anni di contributi, e che affronti le distorsioni del sistema contributivo e introduca una pensione contributiva di garanzia per i giovani, precari e discontinui. Si affermi il principio che i lavori non sono tutti uguali a tutela di quelli gravosi e precoci e si riconosca il valore del lavoro di cura e della differenza di genere”, aggiunge Passera.

“In materia di sanità, l’incremento del fondo sanitario previsto dal Ddl Bilancio nasconde un trucco: sono tutte risorse ‘già spese’, erose dall’inflazione o a favore della sanità privata” prosegue la sindacalista dello SPI. “Peraltro, gran parte delle risorse stanziate è vincolata al rinnovo dei Contratti collettivi nazionali di lavoro dei dipendenti del sistema sanitario nazionale e convenzionato, e dell’Accordo per medici di base: si tratta di circa 2,3 miliardi l’anno. Naturalmente è un bene rinnovare i contratti, ma non vengono stanziati finanziamenti adeguati per programmare e attuare le indispensabili assunzioni di personale nel sistema sanitario nazionale, anzi rimane il tetto alla spesa che le blocca, mentre si incentiva il lavoro straordinario”.

Infine, “il Ddl Bilancio non prevede alcun finanziamento per la non autosufficienza. Nessun sostegno ai decreti legislativi che devono attuare – a partire da gennaio 2024 - la legge 33/2023 per la Riforma ‘Delega al Governo in materia di politiche a favore delle persone anziane’, prevista dal PNRR. Ad oggi il fondo nazionale per la non autosufficienza (nel 2024 pari a 913,6 milioni) è distribuito a una platea ridotta di persone: poche migliaia di destinatari (il 50% con gravissime disabilità). Se fosse invece distribuito a tutte le persone in condizione di non autosufficienza, ciascuna riceverebbe appena 70 centesimi al giorno: una vergogna. L’unica misura nazionale è un trasferimento monetario: l’indennità di accompagnamento (527 euro/mese) che, però, non prevede né la presa in carico della persona da parte del servizio pubblico, né il Piano di Assistenza Individuale, del quale l’indennità dovrebbe essere solo una delle tante componenti dell’assistenza”.

Via Garibaldi, 3 - 24122 Bergamo (BG)

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