Dopo una tornata eccezionale di assemblee con lavoratori e pensionati coinvolti in tutta la provincia di Bergamo, come nel resto del Paese, è giunto ora il momento della grande manifestazione in programma a Roma per sabato 7 ottobre, quando la CGIL sarà in piazza insieme a un’ottantina di associazioni promotrici e altre circa 400 che hanno aderito all’appello.
Sul territorio di Bergamo si sono già tenute centinaia di assemblee CGIL in oltre 296 luoghi di lavoro (in molti casi più di un’assemblea nella medesima azienda). Ma moltissime altre sono già in calendario, anche dopo la manifestazione di sabato. Fino ad ora, sono stati circa 10.170 i partecipanti in una consultazione straordinaria sul documento condiviso da tutti i promotori della mobilitazione sui temi del lavoro, del fisco, delle pensioni, della sanità, delle politiche industriali e per i giovani, della pace e in generale della difesa della Costituzione.
Per raggiungere Roma, da Bergamo poco più di 360 tra lavoratori e sindacalisti CGIL si muoveranno a bordo di 3 bus (con partenza prevista alle 5 del mattino dal parcheggio di via della Croce Rossa), di un treno speciale (da Milano) e su convogli di linea.
A Roma sono previsti due cortei da Piazza della Repubblica e da Piazzale dei Partigiani, per confluire in Piazza San Giovanni, dove a partire dalle ore 15.15 inizieranno gli interventi dal palco. Alle ore 16.45 prenderà la parola il segretario generale della CGIL, Maurizio Landini, che chiuderà la manifestazione.
“La mobilitazione sta proseguendo da settimane, con centinaia di assemblee in tanti luoghi di lavoro, dove abbiamo incontrato oltre 10.000 persone” ha commentato Marco Toscano, segretario generale della CGIL di Bergamo. “In quei confronti con i lavoratori abbiamo illustrato le nostre proposte e abbiamo chiesto ai partecipanti di esprimere il loro parere e il loro voto sulla nostra idea di cambiamento. Le priorità che si è scelto di evidenziare nel documento condiviso con le altre associazioni sono le facce diverse di un’unica idea di Paese che guarda al futuro e che dà valore alla lotta alle disuguaglianze, ai pieni diritti sociali e civili, al lavoro di qualità, alla sostenibilità” prosegue Toscano.
“Molti sono i temi della piattaforma: l’aumento degli stipendi e il salario minimo, il sostegno alla contrattazione, pubblica e privata, lo stop ai subappalti a cascata, la definizione di una legge sulla rappresentanza, la lotta all’evasione fiscale e lo stop a rottamazioni e sanatorie, lo stop a Flat Tax, la lotta alla precarietà e dunque contratti a tempo determinato con causali. Oltre alla tutela del potere di acquisto delle pensioni, in tema previdenziale, chiediamo venga presa in considerazione la proposta (peraltro unitaria) dei 41 anni di contributi o 62 anni di età. E, ancora, chiediamo l’allargamento del numero dei lavori considerati gravosi, poi una pensione di garanzia e un riconoscimento del lavoro di cura, e lo stop ai tagli sul meccanismo di adeguamento delle pensioni”.
“In tema di stato sociale, pensiamo siano necessari la difesa della sanità pubblica, il potenziamento della pubblica amministrazione, una legge sulla non autosufficienza, nuove politiche dell’accoglienza (non emergenziali) e dell’integrazione, poi un piano per la rigenerazione urbana e la messa in sicurezza del territorio (e non come ha fatto il governo, con il taglio dei fondi del PNRR)” prosegue il leader sindacale. “Sul fronte delle politiche industriali, non è solo una questione di sostenibilità ambientale ma anche di sostenibilità sociale (e di giusta transizione), serve una linea chiara di politica industriale in questa direzione. Abbiamo anche bisogno di più tecnologia che porti sicurezza e qualificazione nel lavoro e di investire in formazione. E – priorità da tenere in cima alla lista perché resta alla base e a garanzia di tutto – vogliamo la difesa dei valori espressi dalla Costituzione”.
